Ho azzerato l’audio. Per farmi meno male. L’ho spento per concentrarmi sui volti dei grandi della Terra in bella mostra di sé sul sagrato di una gremitissima Piazza San Pietro. In mondo visione, urbi et orbi, è andato in scena il Festival dell’Ipocrisia.
Non è stato l’ultimo sincero saluto ad un Grande, lui si merita la “g” maiuscola, che ci ha lasciati.
Quei volti imbellettati, contriti, sono l’ultimo oltraggio a un Papa che in via, nei suoi dodici anni di pontificato e in tutta la sua esistenza precedente, aveva lanciato, fino all’ultimo giorno di vita, appelli accorati, ammonimenti severi, che quei grandi non hanno mai ascoltato, tantomeno posto in essere.
Ha predicato una pace giusta, Francesco. Hanno lasciato che Gaza fosse trasformata in un campo di sterminio, che nel mondo si moltiplicassero le guerre, le tragedie umanitarie.
Ha invocato il disarmo, Francesco. Hanno aumentato a dismisura le spesi militari.
Ha chiesto l’azzeramento del debito estero dei Paesi più poveri. Hanno reso quei Paesi ancor più dipendenti, razziandone le risorse naturali, affamando i popoli, sostenendo regimi sanguinari.
Ha invocato misure concrete per contrastare i cambiamenti climatici, portatori di carestie, migrazioni forzate. Hanno devastato il pianeta, rendendolo sempre meno abitabile.
Il suo primo viaggio pappale è stato a Lampedusa. Ha visitato più volte i campi profughi di Lesbo, inferno in terra. Ha esortato alla solidarietà, all’accoglienza, al rispetto della dignità umana. Hanno risposto lasciando morire centinaia di migliaia di esseri umani in mare o nei deserti o nei lager in Libia finanziati con i soldi europei.
Lo confesso: non ce l’ho fatta a seguire fino in fondo quel Festival dell’Ipocrisia.
Ho spento il televisore. E ho riascoltato una vecchia canzone di Francesco Guccini: Cyrano.
Una strofa fa: Facciamola finita, venite tutti avanti
Nuovi protagonisti, politici rampanti
Venite portaborse, ruffiani e mezze calze
Feroci conduttori di trasmissioni false
Che avete spesso fatto del qualunquismo un’arte
Coraggio liberisti, buttate giù le carte
Tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
In questo benedetto, assurdo bel paese..”.
Ciao, Francesco.