Fuori dall’ospedale Al-Aqsa a Deir el-Balah, c’è Fadi Ahmed, che ha appena perso suo figlio, affetto da malnutrizione.
Ha raccontato che il bambino era stato trasferito all’ospedale Al-Aqsa, dove il personale medico aveva scoperto “gravi infezioni ai polmoni, che avevano causato una forte carenza di ossigeno nel sangue”.
“La debolezza del bambino e la malnutrizione grave gli hanno impedito di reagire, portandolo infine alla morte… dopo una settimana trascorsa in ospedale.”
Ha parlato anche Intisar Hamdan, all’esterno dello stesso ospedale, subito dopo che aveva perso il nipotino, anch’egli a causa della malnutrizione.
Ha raccontato che suo nipote non era riuscito a trovare latte per il piccolo per tre giorni e che, non avendo potuto ricevere alcuna cura, il bambino era morto. Intisar parlava stringendo il corpo senza vita del nipotino tra le braccia.
Il corrispondente di Al Jazeera, Tareq Abu Azzoum, ha commentato:
“Questa è la cruda e cupa realtà causata dalla continua chiusura dei valichi da parte di Israele, che ha lasciato le famiglie esposte a condizioni umanitarie estreme.”
“I bambini non soffrono solo di malnutrizione, ma anche di gravi complicazioni mediche e malattie che non possono essere facilmente trattate e che richiedono forniture sanitarie ormai introvabili.”