Mentre la Striscia di Gaza continua a essere teatro di una devastante campagna militare israeliana, nelle ultime ore si sono moltiplicati gli attacchi, le minacce e le reazioni internazionali. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato le truppe stanziate nel nord della Striscia, accompagnando l’avanzata militare con un messaggio chiaro: nessuna tregua definitiva senza la resa di Hamas.
Durante la visita, il capo di stato maggiore Eyal Zamir si è recato nel quartiere di Shujaiya, duramente colpito dagli ultimi bombardamenti. Zamir ha approvato i piani operativi per la prosecuzione dell’offensiva, dichiarando che le forze israeliane sono pronte a proseguire i combattimenti con forza crescente sia sul fronte difensivo che offensivo.
Nel frattempo, Hamas ha pubblicato un video minaccioso rivolto alle famiglie degli ostaggi israeliani detenuti nella Striscia. Nel filmato, le Brigate Qassam avvertono: “Preparatevi. Presto i vostri figli torneranno in bare nere, con i corpi dilaniati dai missili del vostro esercito.” Il messaggio segue l’annuncio della perdita di contatto con il gruppo responsabile della custodia del soldato israelo-statunitense Edan Alexander, in seguito a un bombardamento israeliano.
Nel sud della Striscia, un attacco aereo ha colpito l’ospedale da campo del Kuwait, nella zona di al-Mawasi a Khan Younis, uccidendo almeno un medico e ferendone altri nove. Anche un tecnico delle comunicazioni è stato ucciso mentre lavorava sul tetto di un edificio a Deir el-Balah. Secondo testimoni, le forze israeliane stanno sistematicamente distruggendo abitazioni nei quartieri orientali di Shujaiya e Zeitoun, apparentemente per impedire il ritorno dei residenti e scoraggiare future ricostruzioni.
Sul fronte diplomatico, Hezbollah ha condannato l’irruzione dei coloni israeliani nella Moschea di Al-Aqsa durante le festività pasquali e ha accusato Israele di voler cambiare l’identità araba e islamica di Gerusalemme. Parallelamente, la pressione internazionale aumenta: il presidente francese Emmanuel Macron ha telefonato a Netanyahu, chiedendo che le sofferenze dei civili cessino. Anche le Maldive hanno annunciato il divieto di ingresso per tutti i cittadini israeliani, in segno di “solidarietà risoluta” con il popolo palestinese.
Mentre le bombe continuano a cadere e i cadaveri si accumulano tra le macerie, l’orizzonte per una tregua duratura appare sempre più lontano.
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