Il recente paragone fatto da Todd Lyons, direttore ad interim dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), che assimila gli immigrati a pacchi da deportare con l’efficienza di Amazon Prime, segna un punto di non ritorno nella disumanizzazione delle politiche migratorie degli Stati Uniti. Durante la Border Security Expo 2025 a Phoenix, Lyons ha proposto l’implementazione di squadre di camion per raccogliere e deportare rapidamente gli immigrati irregolari, emulando il modello logistico di Amazon.
Questa retorica, che tratta esseri umani come merci, è stata ulteriormente amplificata dalla segretaria della Sicurezza Interna, Kristi Noem, la quale ha esortato il settore privato a collaborare con il governo, fornendo tecnologia e servizi per rafforzare le operazioni di deportazione.
L’adozione di un linguaggio e di strategie che riducono gli individui a semplici oggetti logistici rappresenta una grave violazione dei principi fondamentali di dignità e rispetto per la vita umana. La collaborazione tra enti governativi e aziende private, come Amazon, nell’utilizzo di tecnologie avanzate per identificare e deportare immigrati, solleva preoccupazioni etiche profonde.
Questo approccio non solo mina i valori di empatia e solidarietà, ma evidenzia una pericolosa tendenza verso la mercificazione della vita umana. È imperativo che la società civile e le istituzioni internazionali condannino fermamente tali pratiche, riaffermando l’importanza dei diritti umani e della dignità di ogni individuo, indipendentemente dal loro status migratorio.