Israele, i riservisti si ribellano a Netanyahu e chiedono che il governo si impegni per liberare gli ostaggi di Gaza

Un gruppo di 130 soldati israeliani, tra riservisti e militari in servizio attivo, ha firmato una lettera indirizzata al Primo Ministro Benjamin Netanyahu e al Ministro della Difesa Yoav Gallant, dichiarando che rifiuteranno di continuare il servizio militare

Israele, i riservisti si ribellano a Netanyahu e chiedono che il governo si impegni per liberare gli ostaggi di Gaza
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

10 Aprile 2025 - 18.19


ATF AMP

Un gruppo di 130 soldati israeliani, tra riservisti e militari in servizio attivo, ha firmato una lettera indirizzata al Primo Ministro Benjamin Netanyahu e al Ministro della Difesa Yoav Gallant, dichiarando che rifiuteranno di continuare il servizio militare se il governo non si impegnerà immediatamente a negoziare un accordo per il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza. ​

Top Right AMP

Nella lettera, i soldati affermano che “continuare la guerra a Gaza non solo ritarda il ritorno degli ostaggi, ma mette anche in pericolo le loro vite”. Essi sottolineano che molti ostaggi sono stati uccisi durante gli attacchi dell’IDF, più di quanti ne siano stati salvati in operazioni militari. Pertanto, avvertono che, se il governo non cambierà immediatamente direzione lavorando per un accordo che riporti a casa gli ostaggi, non potranno continuare a servire. ​

In risposta a questa presa di posizione, l’esercito israeliano ha iniziato a sospendere i riservisti che hanno firmato la lettera. Secondo il quotidiano Haaretz, le sospensioni sono state comunicate attraverso telefonate ai firmatari, inclusi alcuni soldati attualmente in servizio nella Striscia di Gaza. Alcuni dei militari hanno descritto queste chiamate come minacciose, mentre altri hanno riferito di essere stati sottoposti a lunghe reprimende da parte dei loro comandanti.

Dynamic 1 AMP

Questa situazione evidenzia le crescenti tensioni all’interno dell’esercito israeliano riguardo alla gestione del conflitto a Gaza e alla sorte degli ostaggi ancora detenuti. Mentre il governo continua le operazioni militari, aumenta la pressione sia interna che internazionale per trovare una soluzione diplomatica che garantisca il ritorno in sicurezza degli ostaggi e ponga fine alle ostilità.​

FloorAD AMP
Exit mobile version