Dazi: Trump diceva che gli baciavano il c... ma poi si spaventa per le reazioni negative e li sospende per 90 giorni
Top

Dazi: Trump diceva che gli baciavano il c... ma poi si spaventa per le reazioni negative e li sospende per 90 giorni

Donald Trump ha fatto un parziale dietrofront: congelamento dei dazi per 90 giorni verso tutti i Paesi, tranne la Cina, per la quale invece scatta la stangata immediata.

Dazi: Trump diceva che gli baciavano il c... ma poi si spaventa per le reazioni negative e li sospende per 90 giorni
Donald Trump
Preroll

globalist Modifica articolo

9 Aprile 2025 - 23.06


ATF


Aveva cominciato con toni trionfalistici, raccontando di folle entusiaste che gli “baciavano il culo” (come ha detto nel suo stile colorito durante un comizio in Michigan) e celebrando i dazi come un colpo magistrale. Ma davanti alla tempesta di reazioni negative — crolli in Borsa, critiche internazionali, malumori anche tra gli alleati — Donald Trump ha fatto un parziale dietrofront: congelamento dei dazi per 90 giorni verso tutti i Paesi, tranne la Cina, per la quale invece scatta la stangata immediata.

Il presidente americano ha annunciato che contro Pechino saranno imposte tariffe del 125% a partire da oggi, 9 aprile, mentre per oltre 75 Paesi disposti al dialogo entrerà in vigore una pausa temporanea con dazi ridotti al 10%.

Nel suo messaggio pubblicato su Truth, Trump ha scritto:
“Considerata la mancanza di rispetto dimostrata dalla Cina nei confronti dei mercati mondiali, aumento al 125% i dazi applicati alla Cina dagli Stati Uniti d’America, con effetto immediato.”

Ma nel rispondere alle domande dei giornalisti fuori dalla Casa Bianca, ha mostrato una certa esitazione, ammettendo l’impatto delle proteste e l’ansia generata dalla sua linea dura:
“Ho pensato che la gente stesse avendo paura, abbiamo un grosso lavoro da fare. La Cina è stata il paese che più di tutti ha abusato di noi. Abbiamo guadagnato 2 miliardi di dollari al giorno” con i dazi, “andava fatto.”

Leggi anche:  Il prezzo delle biciclette negli Stati Uniti potrebbe aumentare del 50%: produttori infuriati con Trump

Ha poi lasciato uno spiraglio per la trattativa, sottolineando il suo rapporto personale con Xi Jinping e il desiderio — condiviso, a suo dire — di trovare un accordo:
“La Cina vuole un accordo, il presidente Xi è un uomo molto orgoglioso. Lo conosco molto bene, non sanno come gestire la situazione ma ci arriveranno. Se ne stanno rendendo conto, vogliono fare un accordo. Ci sono molti altri paesi, ben più di 75, che vogliono venire qui” per un’intesa.

L’apertura a una sospensione temporanea è motivata così:
“Ho disposto una pausa di 90 giorni per chi non ha reagito, penso che alla fine dell’anno o anche prima avremo ottenuto qualcosa che non veniva ritenuto possibile. Si può fare un accordo con l’Ue? Si può fare con tutti, anche con la Cina. Io voglio solo accordi equilibrati per tutti. La mossa importante non è quella di oggi, è stata quella del Liberation Day” con l’introduzione dei dazi.

Leggi anche:  Trump e Cina: la fantasmagorica guerra dei dazi a colpi di numeri

Il provvedimento è descritto in dettaglio in un lungo post presidenziale, che ribadisce il messaggio:
“A un certo punto, si spera nel prossimo futuro, la Cina si renderà conto che i tempi in cui si derubavano gli Stati Uniti e altri Paesi non sono più sostenibili né accettabili.”

E chiarisce le ragioni della tregua con gli altri partner commerciali:
“Al contrario, considerando che oltre 75 paesi hanno contattato rappresentanti degli Stati Uniti, inclusi i Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e del Rappresentante del Commercio per negoziare una soluzione alle questioni in discussione relative a commercio, barriere commerciali, tariffe doganali, manipolazione valutaria e tariffe non monetarie e” considerato “che questi paesi, sul mio suggerimento non hanno in alcun modo reagito contro gli Stati Uniti, autorizzo una pausa di 90 giorni e una tariffa doganale reciproca sostanzialmente ridotta del 10% durante questo periodo, con effetto immediato.”

Scott Bessent, segretario al Tesoro, ha difeso la mossa come una scelta audace:
“Ci è voluto un grande coraggio, un grande coraggio per mantenere la rotta fino a questo momento.”
E ha aggiunto:
“I dazi per i Paesi che cercano di negoziare con gli Stati Uniti scenderanno al 10%, anche per Canada e Messico. A tutti i Paesi del mondo che vogliono venire e negoziare, siamo disposti ad ascoltarvi.”

Leggi anche:  Jaguar Land Rover sospende tutte le spedizioni verso gli Stati Uniti dopo i dazi di Trump

Infine, è intervenuto anche Peter Navarro, consigliere economico di Trump, che ha definito l’iniziativa:
“Uno dei più grandi giorni nella storia economica americana”, accusando i mercati finanziari di aver reagito con eccessiva emotività:
“Tutte le teste nervose” di Wall Street” — ha dichiarato — “indeboliscono il presidente, mentre la questione dei dazi si è svolta esattamente come doveva”.


Secondo Navarro, ora tutto sta avanzando “velocemente e in modo splendido”, perché “le tariffe non sono un negoziato, sono un’emergenza nazionale.”


Native

Articoli correlati