Alla Casa Bianca volano gli stracci: Musk definisce 'un cretino' il consiglirere di Trump Navarro

È scontro aperto tra Elon Musk e Peter Navarro, consigliere al commercio di Donald Trump. Il fondatore di Tesla ha definito Navarro “un cretino” e “più stupido di un sacco di mattoni”

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8 Aprile 2025 - 16.48


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È scontro aperto tra Elon Musk e Peter Navarro, consigliere al commercio di Donald Trump. Il fondatore di Tesla ha definito Navarro “un cretino” e “più stupido di un sacco di mattoni”, dopo che quest’ultimo, in un’intervista alla CNBC, aveva ridimensionato il ruolo di Musk nell’industria automobilistica.

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Navarro aveva dichiarato che “alla Casa Bianca lo capiamo tutti, e lo capiscono anche gli americani, che Elon è un produttore di auto… anzi, è un assemblatore di auto”, sottolineando come “buona parte” delle batterie delle Tesla provenga da Cina e Giappone. Un modo per insinuare che l’imprenditore miliardario dipenderebbe fortemente da componentistica estera.

La replica di Musk è arrivata via social: ha ricordato che Tesla è il produttore automobilistico con il più alto livello di integrazione verticale negli Stati Uniti, e che una larga percentuale delle sue componenti viene prodotta internamente, nei suoi stabilimenti americani. Ha inoltre ironizzato su “Ron Vara”, un alter ego fittizio che lo stesso Navarro aveva usato in passato come fonte per sostenere le proprie tesi commerciali.

Il botta e risposta si inserisce nel contesto delle recenti prese di posizione di Musk contro il ritorno a politiche protezionistiche in stile trumpiano. Il CEO di Tesla e SpaceX ha infatti auspicato un sistema di libero scambio tra Stati Uniti ed Europa, opponendosi alle nuove tariffe doganali che, a suo avviso, danneggerebbero le filiere industriali globali.

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Navarro, invece, ha difeso le misure tariffarie promosse dall’amministrazione Trump come strumenti per rilanciare la manifattura americana e correggere gli squilibri commerciali. Secondo lui, Musk sarebbe spinto a opporsi solo per proteggere i propri interessi aziendali, vista la dipendenza di Tesla da fornitori esteri.

La polemica mette in luce le profonde divisioni all’interno del mondo politico ed economico statunitense tra fautori del libero mercato e sostenitori del protezionismo.


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