Marine Le Pen, vittimismo al congresso della Lega: una condanna per ruberie fatta passare per un complotto politico
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Marine Le Pen, vittimismo al congresso della Lega: una condanna per ruberie fatta passare per un complotto politico

Durante il congresso della Lega a Firenze, Matteo Salvini si è collegato in video con Marine Le Pen, leader dell’estrema destra francese e condannata all’ineleggibilità per cinque ann

Marine Le Pen, vittimismo al congresso della Lega: una condanna per ruberie fatta passare per un complotto politico
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6 Aprile 2025 - 11.20


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Durante il congresso della Lega a Firenze, Matteo Salvini si è collegato in video con Marine Le Pen, leader dell’estrema destra francese e condannata all’ineleggibilità per cinque anni per appropriazione indebita di fondi dell’Unione Europea. Un reato di natura penale che, tuttavia, sia lei che Salvini che Putin che Trump stanno cercando di trasformare in un attacco alla democrazia.

Le Pen ha parlato di “attacco nei miei confronti molto violento, anche contro il popolo francese”, sostenendo che la sentenza “scrive la parola fine a tutti i principi dello stato di diritto”. Ha lamentato che “i francesi non potranno scegliere, non potranno votare per un candidato che loro vogliono alla guida del Paese, visto che era favorita”.

In realtà, non si tratta di un’esclusione arbitraria o di una censura politica, ma della conseguenza legale di un comportamento illecito: l’appropriazione di fondi pubblici destinati all’attività parlamentare. Nonostante ciò, la leader del Rassemblement National prova a spostare il discorso sul piano della “violenza istituzionale”, affermando: “Noi lotteremo, noi non cederemo mai di fronte a questa violenza”.

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Matteo Salvini, dal palco, ha rafforzato questa narrazione vittimista. Ha definito la condanna “un atto di violenza, di arroganza e di ingiustizia”, mettendo sullo stesso piano l’inchiesta su Le Pen e il proprio processo per il caso Open Arms. Ha aggiunto: “È singolare che in Francia e a Bruxelles danno lezioni di democrazia quelli che stanno sottraendo democrazia”, evocando presunti abusi in altri Paesi europei.

In un evidente tentativo di presentarsi come paladini della libertà contro una giustizia politicizzata, Le Pen e Salvini cercano di delegittimare le decisioni dei magistrati. Ma dietro lo storytelling della “persecuzione politica” si nascondono fatti ben più concreti: reati economici, fondi pubblici spesi per finalità personali, violazioni delle regole che valgono per tutti.

Nonostante ciò, Le Pen insiste: “La nostra sarà una lotta pacifica, democratica e l’esempio viene da Martin Luther King. Noi sovranisti non siamo cittadini di serie B”. Un paragone che appare forzato, se non offensivo, considerata la distanza tra una battaglia civile per i diritti e la difesa di comportamenti illeciti mascherati da ingiustizie politiche.

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