Un appello di chi ha trascorso gran parte della propria vita a rappresentare Israele nel mondo. È l’appello, rilanciato meritoriamente da JCall, degli ex ambasciatori e diplomatici dello Stato ebraico che non hanno chiuso gli occhi di fronte alle nefandezze perpetrate dal peggiore governo nella storia d’Israele. Un appello rivolta alla diaspora ebraica.
“Noi, ex ambasciatori e diplomatici israeliani facciamo appello ai nostri fratelli e sorelle ebrei nella Diaspora affinché alzino la voce riguardo alla crisi in corso in Israele. Israele è stato a lungo fonte di orgoglio e sicurezza per l’ebraismo mondiale; il suo attuale governo sta attivamente minando entrambi. Avendo spesso fatto affidamento su di voi i come nostri partner nell’affrontare le sfide esterne e promuovere il benessere di Israele, ora ci rivolgiamo di nuovo a voi. La maggior parte dell’opinione pubblica non sostiene il governo, soprattutto dopo il disastro del 7 ottobre.
Consapevole di tale situazione, il governo mira senza limite alcuno a consolidare il suo potere. Innanzitutto, agisce nel minare gli elementi fondamentali della democrazia: tribunali indipendenti, separazione dei poteri, stato di diritto, libertà di espressione. Anche se i rating internazionali di credito scendono, le tasse aumentano e i servizi vengono tagliati, risorse aggiuntive sono destinate a placare i partner della coalizione, in particolare i partiti ultraortodossi. Mentre la loro esenzione dal servizio militare avanza nella Knesset, coloro che prestano servizio sono chiamati di nuovo a combattere a Gaza, e l’opinione pubblica ha una posizione chiara: la ripresa della guerra (che minaccia gli ostaggi) è dovuta alle richieste dell’estrema destra. Tutto ciò si traduce in una frattura crescente, una minaccia alla coesione della società israeliana, che è fondamentale per affrontare le sfide in corso. Le principali organizzazioni e i dirigenti dell’ebraismo hanno sempre sostenuto le decisioni dei governi eletti di Israele, alla stessa stregua di noi diplomatici, che mettono da parte le loro opinioni personali. Ma questo non è il momento per le finezze e non è una questione di sinistra o di destra. Vi chiediamo urgentemente di esprimere il vostro sostegno alle centinaia di migliaia di israeliani in difficoltà che lottano per mantenere il nostro paese come ebraico e democratico, vibrante e vitale”.
I primi firmatari
Opher Aviran
Arthur Avnon
Dan Ashbel
Gadi Baltiansky
Rafael (Rafi) Barak
Barukh Binah
Nissim Ben Shitrit
Haim Divon
Udi Bitam
Eran Etzion
Shlomo Gur
Liora Herzl
Tova Herzl
Eviatar Manor
Amos Nadai
Daniel Pinhassi
Yael Rubinstein
Tamar Sam Ash
Raphael Schutz
Daniel Shek
Mark Sofer
Nadav Tamir
David Walzer
Gershon
La Conferenza della vergogna
Visto che è tempo di pronunciamenti, sarebbe interessante sapere cosa pensa la diaspora ebraica, soprattutto quella che usa di continuo la memoria della Shoah per giustificare, sempre e comunque, Israele.
Cosa pensa di un governo che ha sdoganato lla peggior destra antisemita europea.
Ne scrive, su Haaretz, Eitay Mack.
Scrive Mack: “Nel luglio 1986, l’ambasciata israeliana di Parigi ricevette una strana richiesta da Jean Marie Le Pen, leader antisemita del partito di estrema destra Fronte Nazionale e noto negazionista dell’Olocausto. A causa delle difficoltà politiche del suo partito, voleva un invito ufficiale a visitare Israele per ottenere un “certificato kashrut”. Il Ministero degli Esteri di Gerusalemme rifiutò.
Il suo erede, Jordan Bardella, ha recentemente partecipato a una conferenza sull’antisemitismo a Gerusalemme, organizzata dal Ministero degli Affari della Diaspora per i leader di destra.
Non si tratta di una rivoluzione. Nel corso degli anni, Israele ha intrattenuto relazioni diplomatiche e militari con regimi fascisti, compresi regimi i cui leader avevano una storia di attività antisemite e di negazione dell’Olocausto. Israele ha considerato soprattutto la posizione di potere di questi partiti e individui di estrema destra. Se avevano già preso il potere, Israele non esitava a stabilire relazioni con loro, con la scusa che non c’erano alternative.
Nell’ambito di queste relazioni, i loro leader sono venuti in Israele per ottenere un certificato kashrut più di una volta. La visita ha incluso tour delle industrie della difesa e del memoriale dell’Olocausto di Yad Vashem.
Al contrario, quando all’opposizione sedeva un partito di estrema destra, Israele era molto più selettivo. Questo non per motivi morali, ma per evitare che Israele venisse dipinto come un’ingerenza negli affari interni di altri Paesi. In cambio, Israele si aspettava che gli altri Paesi non interferissero nei suoi “affari interni”, ovvero nella questione palestinese.
La novità della conferenza sull’antisemitismo della scorsa settimana non è stata la relazione con i leader dell’estrema destra, ma il fatto che questa volta Israele ha deciso di non aspettare che prendessero il potere per concedere loro l’approvazione desiderata. Per la prima volta, Israele ha deciso di concedere l’ambito certificato kashrut in anticipo, per aiutarli a prendere il potere. Elon Musk sta facendo su X, di sua proprietà, e Israele lo ha fatto alla conferenza sull’antisemitismo.
Israele non è il motivo per cui l’estrema destra si si sta rafforzando in Europa e nel resto del mondo, ma il suo certificato kashrut ha un grande peso. Ad esempio, i partiti europei di centro e di destra hanno spesso adottato una parte non trascurabile della piattaforma politica dei partiti di estrema destra per evitare una perdita di voti.
Se Israele togliesse l’etichetta di antisemitismo all’estrema destra, questo potrebbe aiutarli a conquistare i voti degli elettori di destra esitanti. E potrebbe anche rendere difficile per gli altri partiti boicottare l’estrema destra.
Per il Primo ministro Benjamin Netanyahu, un’alleanza con l’estrema destra globale è un’alleanza strategica tanto quanto quella stipulata con gli Stati arabi attraverso gli Accordi di Abramo. Un’alleanza di questo tipo può dargli legittimità internazionale per il suo governo estremista e le sue politiche, bloccare le donazioni ai palestinesi e alle organizzazioni per i diritti umani e ostacolare il suo arresto e il suo processo presso la Corte Penale Internazionale.
Non è interessato al fatto che il passato e il presente hanno ripetutamente dimostrato che l’ascesa dell’estrema destra porta inevitabilmente a un aumento dell’antisemitismo e della violenza fisica contro gli ebrei.
Nonostante il vantaggio politico personale di Netanyahu, gli accordi di Le Pen redatti a Gerusalemme rischiano di essere un boomerang contro Israele, soprattutto se l’estrema destra non ottiene una vittoria schiacciante o se la sua vittoria è temporanea.
Ad esempio, con la totale identificazione di Israele con l’amministrazione di Donald Trump, il sostegno a Israele tra i democratici ha raggiunto i minimi storici. Anche se il governo di Netanyahu, “completamente” di destra, verrà sostituito in futuro, Israele sarà comunque accusato – a torto o a ragione – di essere in parte responsabile dei disastri che l’estrema destra scatenerà.
L’estrema destra globale è un pilastro danneggiato e pericoloso, proprio come Netanyahu”, conclude Mack.
La diaspora ha qualcosa da dire?
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