Netanyahu ha interesse a non terminare la guerra e per questo ogni volta cambia le carte in tavola. Questa deve essere la chiave di lettura della sua ultima mossa nei negoziati.
La controproposta di Israele equivale sostanzialmente a riportare tutto al punto di partenza, riallacciandosi alla proposta iniziale dell’inviato statunitense Steve Witkoff, che prevede il rilascio di 11 ostaggi israeliani.
C’è un divario enorme tra questa proposta e l’offerta che Hamas ha già accettato, che prevede la liberazione di cinque ostaggi israeliani.
Nelle ultime due ore, il primo ministro israeliano ha risposto alle critiche delle famiglie degli ostaggi, che lo accusano di non essere realmente interessato alla loro liberazione.
Secondo Netanyahu, l’unica soluzione accettabile per Israele per il “giorno dopo la guerra” sarebbe la resa di Hamas, il suo disarmo, la sua uscita dalla Striscia di Gaza e il completo controllo israeliano sulla regione, con l’espulsione forzata della popolazione palestinese.
Questa posizione è diametralmente opposta all’accordo di cessate il fuoco nelle sue tre fasi iniziali, che prevedono il ritiro israeliano da Gaza.
Ciò rischia di complicare gli sforzi in corso da parte dei mediatori, che stanno cercando di riportare le parti al tavolo dei negoziati.