Sono 22 ambasciate a Budapest, tra cui quelle di Francia, Germania e Regno Unito, hanno espresso preoccupazione per una legge ungherese che vieta la marcia del Pride della comunità LGBTQ+, affermando che limita la libertà di riunione e di espressione. Questa controversa legge, approvata dal partito al governo Fidesz, sostiene che la marcia potrebbe essere dannosa per i bambini, ma i critici sostengono che essa limiti i diritti fondamentali.
In passato, l’Italia non ha sottoscritto dichiarazioni simili. Ad esempio, nel giugno 2024, 35 ambasciate hanno firmato una dichiarazione che condanna le leggi anti-LGBTQ introdotte dal governo ungherese, chiedendone l’abolizione. L’Italia non è stata tra i firmatari di quel documento.
La mancata adesione dell’Italia a queste iniziative solleva interrogativi sulla posizione del governo italiano riguardo ai diritti LGBTQ+ e alle politiche adottate da altri stati membri dell’Unione Europea in materia di diritti umani.