Dittatura Trump: spionaggio social per negare i visti chiesti dagli studenti a chi è critico con la Casa Bianca
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Dittatura Trump: spionaggio social per negare i visti chiesti dagli studenti a chi è critico con la Casa Bianca

Il governo degli Stati Uniti ha ordinato un rafforzamento significativo delle procedure di screening per i richiedenti di visti studenteschi, con particolare attenzione alle indagini sui social media

Dittatura Trump: spionaggio social per negare i visti chiesti dagli studenti a chi è critico con la Casa Bianca
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29 Marzo 2025 - 13.23


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Il governo degli Stati Uniti ha ordinato un rafforzamento significativo delle procedure di screening per i richiedenti di visti studenteschi, con particolare attenzione alle indagini sui social media, al fine di escludere individui ritenuti sostenitori del terrorismo.

Dopo una serie di revoche di visti e arresti mirati legati all’attivismo pro-palestinese nei campus, un cablogramma del Dipartimento di Stato datato 25 marzo e ottenuto dal Guardian stabilisce nuovi criteri per il rifiuto dei visti, basati su una definizione ampia di ciò che costituisce sostegno ad “attività terroristiche”. Il documento afferma che “qualsiasi prova che un richiedente sostenga attività terroristiche, o dimostri un certo grado di approvazione pubblica per un’organizzazione terroristica” può giustificare il diniego del visto.

La direttiva prende di mira le nuove richieste e i rinnovi dei visti studenteschi F, M e J, fornendo istruzioni precise ai funzionari consolari affinché effettuino controlli obbligatori sui social media dei candidati. Gli ufficiali devono esaminare la presenza online degli studenti alla ricerca di contenuti che l’amministrazione definisce minacce alla sicurezza nazionale.

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Gli uffici preposti alla prevenzione delle frodi devono salvare schermate di contenuti “potenzialmente compromettenti”, creando un archivio digitale permanente che potrà essere usato per negare l’ingresso nel Paese. Anche se i post vengono successivamente modificati o eliminati, le prove raccolte rimarranno nel dossier del richiedente.

Il memorandum, firmato dal segretario di Stato Marco Rubio, sottolinea che l’inammissibilità al visto può essere determinata anche da atteggiamenti ostili verso la cultura e le istituzioni americane. Inoltre, il provvedimento si applica anche agli studenti già presenti negli Stati Uniti al 7 ottobre 2023 – data dell’attacco di Hamas contro Israele – e i cui visti necessitano di rinnovo.

Negli ultimi tempi, le autorità statunitensi hanno revocato numerosi visti a studenti accusati di aver espresso sostegno ad Hamas. Le nuove procedure sollevano preoccupazioni sul rischio che post a favore dei palestinesi, critiche alla politica estera statunitense o la semplice partecipazione a proteste nei campus possano portare a una revisione approfondita del visto.

Il cablogramma consente agli ufficiali consolari di esaminare non solo dichiarazioni esplicite di supporto a gruppi specifici, ma anche legami con organizzazioni tramite adesioni, contributi finanziari o altre forme di sostegno.

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Il Dipartimento di Stato non ha rilasciato commenti immediati sulla nuova direttiva.

L’ordine arriva in un contesto di crescente repressione dell’attivismo pro-palestinese negli Stati Uniti. Giovedì, Rubio ha dichiarato di aver revocato oltre 300 visti, prendendo di mira individui legati alle proteste nei campus. L’ultimo caso noto riguarda Rumeysa Ozturk, una borsista turca della Fulbright alla Tufts University, arrestata da agenti in borghese.

Il nuovo sistema di screening fa riferimento a due ordini esecutivi emessi all’inizio del mandato di Trump, riguardanti il contrasto al terrorismo internazionale e all’antisemitismo.

“Ogni decisione sui visti è una decisione di sicurezza nazionale”, conclude il memorandum.

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