Le case automobilistiche britanniche chiedono sostegno al governo mentre appare sempre più improbabile un accordo con Donald Trump per evitare i dazi del 25% sulle importazioni di auto negli Stati Uniti, in vigore dal 3 aprile.
In un incontro con la ministra dell’Industria Sarah Jones, le aziende hanno espresso forte preoccupazione, evidenziando l’impatto dei dazi su un settore già sotto pressione a causa dell’obbligo veicoli emissioni zero.
Londra tenta di ottenere esenzioni, ma al momento Washington non ha dato segnali positivi. Il governo britannico resta cauto e in “modalità ascolto”, mentre altri Paesi, come Germania, Francia e Canada, minacciano ritorsioni commerciali. I dazi potrebbero costare all’economia UK fino all’1% di crescita, colpendo in particolare le esportazioni verso gli USA, valutate 9 miliardi di sterline nel 2024.
Anche produttori americani come Ford, GM e Tesla hanno subito perdite in Borsa. Tesla, in particolare, teme modifiche all’obbligo veicoli emissioni zero, che al momento la avvantaggia. Ineos Automotive, fortemente dipendente dal mercato USA, parla di “minaccia significativa” e accusa Bruxelles di immobilismo.
Nonostante i contatti diplomatici in corso, la decisione finale spetta a Trump, che per ora non prevede eccezioni.