Un tribunale ha formalmente arrestato il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, principale rivale del presidente Recep Tayyip Erdogan, e ha ordinato la sua detenzione in attesa del processo per accuse di corruzione.
Imamoglu era stato fermato in seguito a un blitz nella sua residenza all’inizio della settimana, un’azione che ha scatenato le più grandi proteste di piazza in Turchia da oltre un decennio e ha alimentato ulteriori timori sullo stato della democrazia e dello stato di diritto nel Paese.
La sua incarcerazione è ampiamente vista come una mossa politica per escludere un forte sfidante dalla prossima corsa presidenziale, attualmente prevista per il 2028. Tuttavia, le autorità governative respingono le accuse di interferenze politiche e sostengono che la magistratura turca operi in modo indipendente.
L’arresto è avvenuto mentre oltre 1,5 milioni di membri del Partito Popolare Repubblicano (CHP), principale forza di opposizione, partecipavano a una votazione interna per sostenere Imamoglu come candidato presidenziale. Con Imamoglu unico candidato, il voto aveva un valore soprattutto simbolico, volto a dimostrare il sostegno del partito nei suoi confronti.
Oltre alle votazioni interne, il CHP ha organizzato anche “urne della solidarietà” in tutto il Paese, consentendo ai cittadini non iscritti al partito di esprimere il proprio sostegno al sindaco arrestato.