Almeno 13 persone sarebbero state uccise nei raid aerei su Gaza durante la notte, dopo che Israele ha annunciato la ripresa delle operazioni militari nel territorio palestinese.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che cita i soccorritori della Mezzaluna Rossa, un drone israeliano ha colpito una tenda vicino alla zona umanitaria di al-Mawasi, uccidendo due civili e ferendone altri cinque.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito un sito militare di Hamas da cui il gruppo stava preparando un attacco contro Israele. Sono state inoltre colpite imbarcazioni controllate da Hamas.
L’attacco è avvenuto dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la ripresa dei combattimenti “con tutta la forza”, aggiungendo: “Questo è solo l’inizio”.
I bombardamenti, sebbene meno intensi rispetto a martedì – quando, secondo il ministero della Sanità di Gaza, più di 400 persone sono rimaste uccise – indicano che l’offensiva israeliana non accenna a fermarsi.
I raid di martedì sono stati i più violenti dall’entrata in vigore del fragile cessate il fuoco e dello scambio di ostaggi del 19 gennaio. Tuttavia, Israele e Hamas non sono riusciti a trovare un accordo per estenderlo oltre la fase iniziale.
L’accordo prevede tre fasi, ma i negoziati sulla seconda avrebbero dovuto iniziare sei settimane fa, cosa che non è avvenuta.
Nella seconda fase, Israele avrebbe dovuto ritirare le truppe da Gaza, ma sia Israele che gli Stati Uniti hanno spinto per prolungare la prima fase, con la liberazione di ulteriori ostaggi in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi.
Netanyahu ha giustificato la ripresa dei combattimenti con l’obiettivo principale di Israele: riportare a casa gli ostaggi e “eliminare” Hamas. Tuttavia, le famiglie degli ostaggi hanno criticato la decisione, accusando il governo di aver abbandonato i propri cari.
Israele afferma che Hamas detiene ancora 59 ostaggi, di cui 24 si ritiene siano ancora vivi.
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