L'Ungheria di Orban prepara una legge per vietare il Pride e criminalizzare la comunità Lgbtq+

Il partito al governo in Ungheria, Fidesz, ha presentato un disegno di legge volto a vietare la tradizionale marcia del Pride organizzata dalla comunità LGBTQ+ a Budapest da oltre trent'anni.

L'Ungheria di Orban prepara una legge per vietare il Pride e criminalizzare la comunità Lgbtq+
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17 Marzo 2025 - 14.59


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Il partito al governo in Ungheria, Fidesz, ha presentato un disegno di legge volto a vietare la tradizionale marcia del Pride organizzata dalla comunità LGBTQ+ a Budapest da oltre trent’anni. Il governo giustifica la proposta citando la necessità di proteggere i minori da potenziali influenze ritenute dannose. La legge prevede l’uso di telecamere di riconoscimento facciale da parte della polizia per identificare i partecipanti, suscitando preoccupazioni riguardo alla privacy e alle libertà civili.

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Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di politiche adottate dal primo ministro Viktor Orbán, che ha espresso critiche verso la comunità LGBTQ+ e ha attuato misure contro media indipendenti e organizzazioni non governative (ONG) finanziate dall’estero. Orbán ha promesso di intensificare le azioni contro queste entità, accusandole di minare la sovranità ungherese.

Inoltre, il governo ha istituito l’Ufficio per la Protezione della Sovranità per monitorare e contrastare l’influenza politica esterna, vietando i finanziamenti esteri a partiti o gruppi politici, con pene che vanno fino a tre anni di carcere. Questa legge ha suscitato preoccupazioni a livello europeo, con la Commissione Europea che ha avviato una procedura di infrazione, temendo che possa compromettere i valori democratici e i diritti fondamentali all’interno dell’Unione.

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Le azioni del governo hanno attirato critiche sia a livello nazionale che internazionale. Recenti manifestazioni a Budapest hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di persone che protestavano contro le politiche di Orbán, esprimendo insoddisfazione per le difficoltà economiche e l’inflazione. Péter Magyar, leader del partito di opposizione Tisza, ha invitato a porre fine alla presunta corruzione e all’autocrazia del governo, chiedendo la formazione di una coalizione ampia contro l’attuale esecutivo.

Le prossime elezioni parlamentari in Ungheria sono previste per la primavera del 2026, ma l’attuale clima politico suggerisce che potrebbero essere anticipate. Le recenti proposte legislative e le azioni del governo continuano a sollevare interrogativi sul futuro della democrazia e dello stato di diritto nel paese.

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