Elon Musk, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg erano in prima fila al giuramento di Donald Trump lo scorso 20 gennaio, dopo aver puntato forte sul suo ritorno alla Casa Bianca. Musk, per esempio, ha donato oltre 250 milioni di dollari alla campagna dell’ex presidente, mentre Bezos e Zuckerberg hanno contribuito con un milione ciascuno al fondo inaugurale. Ma sette settimane dopo, la loro scommessa non sembra aver portato fortuna, almeno dal punto di vista finanziario.
Secondo il Bloomberg Billionaires Index, i cinque super-miliardari che avevano maggiormente beneficiato della vittoria di Trump hanno visto sfumare complessivamente 209 miliardi di dollari in Borsa. Elon Musk è stato il più colpito, con una perdita di ben 148 miliardi, complice il crollo di Tesla, che in un solo giorno ha perso il 15% del suo valore di mercato, il calo più brusco dal 2020. Ma anche Bezos, Zuckerberg, Sergey Brin (cofondatore di Google) e Bernard Arnault (patron di LVMH) hanno subito pesanti contraccolpi.
Dietro questa emorragia di ricchezza ci sono vari fattori: le incertezze globali, le tensioni sui dazi commerciali e il timore di una nuova recessione. Insomma, mentre Trump cerca di rilanciare l’economia americana con la sua agenda “MAGA”, alcuni dei suoi più potenti sostenitori devono fare i conti con mercati sempre più instabili.
