Groenlandia al voto tra le minacce di Trump e la voglia di indipendenza dalla Danimarca
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Groenlandia al voto tra le minacce di Trump e la voglia di indipendenza dalla Danimarca

Alcuni vogliono sfruttare le minacce di Trump per negoziare un accordo migliore con la Danimarca o per accelerare il processo verso l'indipendenza.

Groenlandia al voto tra le minacce di Trump e la voglia di indipendenza dalla Danimarca
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10 Marzo 2025 - 10.39


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Quando si tratta di temi come scuole, sanità e indipendenza, le elezioni di martedì “non sono poi così eccezionali”, afferma la politica groenlandese Aaja Chemnitz Larsen. Eppure, potrebbero rivelarsi le più decisive nella storia dell’isola artica.

Ciò che rende questa elezione diversa dalle altre, spiega la deputata di Inuit Ataqatigiit al parlamento danese, è l’attenzione internazionale senza precedenti: “Stiamo assistendo all’influenza degli Stati Uniti, della Danimarca e di altri paesi. Non è la stessa situazione delle elezioni precedenti.”

L’ossessione di Donald Trump per l’acquisizione della Groenlandia “in un modo o nell’altro” – come ha dichiarato ridendo davanti al Congresso la scorsa settimana – ha portato gli Stati Uniti, e di conseguenza il mondo intero, a osservare le elezioni groenlandesi con un interesse mai visto prima. Anche la Danimarca, che ha governato il territorio come colonia fino al 1953 e ne controlla ancora la politica estera e la sicurezza, sta seguendo con grande attenzione il voto, temendo di perdere una parte cruciale del suo regno.

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In un panorama elettorale in cui i sondaggi sono rari, gli analisti evitano di fare previsioni sull’esito del voto. Non è chiaro se la coalizione guidata dal primo ministro groenlandese Múte Egede, leader di Inuit Ataqatigiit (il partito socialista democratico al governo, favorevole all’indipendenza), riuscirà a mantenere il potere. Nel frattempo, Naleraq, il principale partito di opposizione, sta guadagnando consensi grazie alla sua forte posizione a favore dell’indipendenza e alla disponibilità a collaborare con gli Stati Uniti.

A differenza di Copenaghen, che ha reagito con preoccupazione alle dichiarazioni di Trump, a Nuuk il suo interesse è stato accolto da molti con ironia, ma anche con la speranza di poterlo sfruttare per negoziare un accordo migliore con la Danimarca o per accelerare il processo verso l’indipendenza.

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