Le donne transgender incarcerate nel sistema penitenziario degli Stati Uniti sono state trasferite in strutture maschili in base a un ordine esecutivo di Donald Trump, nonostante numerose sentenze abbiano bloccato la politica del presidente, secondo quanto riportato da avvocati per i diritti civili e testimonianze raccolte dietro le sbarre.
L’ordine esecutivo di Trump sulla “ideologia di genere”, emanato il primo giorno del suo mandato e parte di una serie di attacchi contro i diritti delle persone transgender, ha stabilito che il procuratore generale “deve garantire che i maschi non siano detenuti in carceri femminili o centri di detenzione per donne” e che nessun fondo federale venga destinato a trattamenti o interventi per l’affermazione di genere per le persone in custodia.
L’ordine è stato immediatamente contestato in tribunale. In tre cause intentate a nome di donne transgender detenute in carceri femminili, i giudici federali hanno stabilito che il Bureau of Prisons (BOP) degli Stati Uniti non può negare loro cure mediche né trasferirle in strutture maschili. Uno dei giudici ha affermato che le ricorrenti hanno “dimostrato chiaramente che subiranno un danno irreparabile”.
Gli avvocati che si battono contro la direttiva di Trump affermano che le sentenze hanno impedito il trasferimento di 17 donne transgender coinvolte nelle cause legali, ma altre persone non incluse nei procedimenti giudiziari stanno ora affrontando trasferimenti in carceri maschili.
“Vengo continuamente punita solo per il fatto di esistere”, ha dichiarato Whitney, una donna transgender di 31 anni trasferita questa settimana da un carcere femminile a una struttura maschile. I documenti mostrano che il BOP ha modificato il suo genere nei registri, passando da “femmina” a “maschio”. Prima del trasferimento, in alcuni messaggi aveva espresso il timore di essere “una pedina nei giochi politici di altri”. The Guardian non ha utilizzato il suo nome completo per timore di ritorsioni.
Kara Janssen, un’avvocata che rappresenta donne transgender in tribunale, ha riferito di aver appreso di un’altra detenuta trans, non inclusa nei ricorsi, recentemente trasferita in una struttura maschile con il conseguente cambio di genere nei suoi documenti ufficiali. Janssen ha inoltre saputo di una donna transgender appena entrata nel sistema del BOP che, nonostante avesse già subito interventi di affermazione di genere prima della sua incarcerazione, è stata collocata in un carcere maschile.
Le prigioni sono tenute a rispettare il Prison Rape Elimination Act (Prea), una legge federale che impone di valutare il rischio di violenza sessuale per i detenuti e di considerare lo status LGBTQ+ nelle decisioni relative alla sistemazione nelle strutture. Gli esperti legali sostengono che la politica di Trump, che impone indiscriminatamente l’incarcerazione delle donne transgender in strutture maschili, violi chiaramente il Prea.
“Questo è incredibilmente inutile e crudele”, ha dichiarato Janssen. “Le nostre clienti sono disperate e spaventate”.
Il Bureau of Prisons non ha risposto alle richieste di commento.
Le persone transgender hanno da sempre affrontato alti livelli di violenza sessuale e discriminazione in carcere, e l’applicazione dell’ordine di Trump ha scatenato il caos, il panico e gravi violazioni dei loro diritti, oltre alla minaccia concreta dei trasferimenti, secondo gli avvocati.
Memorandum interni del BOP, visionati da The Guardian, mostrano che i funzionari stanno ora imponendo al personale di rivolgersi ai detenuti transgender con il loro nome legale e con pronomi scorretti, oltre a negare richieste di abbigliamento adeguato al genere. Inoltre, il BOP ha revocato le politiche che permettevano alle detenute trans di essere perquisite da guardie femminili.
Susan Beaty, avvocata senior per il California Collaborative for Immigrant Justice, che rappresenta circa 20 persone transgender nelle prigioni federali, ha riferito di aver ricevuto denunce di detenute transgender costrette, sotto minaccia di sanzioni disciplinari, a consegnare la loro biancheria intima, compresi reggiseni e boxer, come se fossero oggetti di contrabbando. Ha inoltre riportato testimonianze di guardie maschili che hanno perquisito donne transgender con modalità descritte da alcune di loro come vere e proprie aggressioni sessuali.
Secondo Beaty, alcuni membri dello staff si sentono ora autorizzati a molestare e schernire le persone transgender in carcere.
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