Israele pretende un controllo militare su Gaza superiore a quello che c'era prima della guerra

Questo solleva dubbi sul fatto che il governo di Benjamin Netanyahu abbia realmente intenzione di procedere a un ritiro militare.

Israele pretende un controllo militare su Gaza superiore a quello che c'era prima della guerra
Aiuti americani a Gaza
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28 Febbraio 2025 - 22.42


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L’esercito israeliano ha presentato alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie un piano per la gestione di Gaza che prevede un controllo israeliano ancora più stretto rispetto a prima della guerra, secondo quanto riferito da funzionari del settore umanitario. Questo solleva dubbi sul fatto che il governo di Benjamin Netanyahu abbia realmente intenzione di procedere a un ritiro militare.

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Durante incontri con rappresentanti dell’ONU mercoledì e con funzionari di altre agenzie giovedì, COGAT – l’unità dell’esercito incaricata della distribuzione degli aiuti nei territori occupati – ha illustrato un sistema di distribuzione basato su hub logistici rigidamente controllati, destinati a fornire aiuti solo a destinatari palestinesi preventivamente selezionati.

Questo piano sembra riprendere un progetto sperimentato oltre un anno fa a Gaza, noto come bolle umanitarie, che prevedeva la distribuzione degli aiuti in piccole aree altamente controllate, con l’obiettivo di espanderle progressivamente. Tuttavia, l’esperimento era stato interrotto dopo pochi tentativi nel nord di Gaza.

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COGAT ha ora deciso di riproporlo proprio mentre Israele è impegnato nei negoziati per l’eventuale avvio della seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco di gennaio, che dovrebbe includere il ritiro totale delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) dalla Striscia di Gaza. Il piano presentato, invece, punta a rafforzare il controllo israeliano sulla vita quotidiana nel territorio palestinese.

Secondo fonti umanitarie informate sul piano, gli stessi hub umanitari potrebbero essere sorvegliati da società di sicurezza private, ma sarebbero situati in aree “sotto il pieno controllo delle IDF”.

L’unico punto di accesso per gli aiuti a Gaza previsto dal piano sarebbe il valico di Kerem Shalom, controllato da Israele, mentre il valico di Rafah, tra Egitto e Gaza, verrebbe chiuso definitivamente.

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Le organizzazioni non governative (ONG) autorizzate a operare a Gaza dovrebbero essere registrate in Israele, e tutto il personale impiegato, sia per le ONG che per le agenzie dell’ONU, dovrebbe essere sottoposto a un processo di verifica.

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