L’antefatto di cronaca:
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, torna ad attaccare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, questa volta con una messinscena sui social più che con nuove dichiarazioni. Le sue accuse restano le stesse: secondo Mosca, Mattarella avrebbe “affermato di credere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich”, una posizione definita “blasfema” dal Cremlino.
A sostegno di questa contestazione, Zakharova ha ricevuto una petizione con 20mila firme di cittadini italiani che avrebbero condannato le parole del Capo dello Stato. A consegnargliela è stato Vincenzo Lorusso, giornalista italiano residente nel Donbass e noto per le sue posizioni filo-russe.
Il messaggio odierno si aggiunge a quello più minaccioso di qualche giorno fa, quando la stessa Zakharova aveva avvertito che le dichiarazioni di Mattarella “avranno conseguenze”. Questa volta, però, la portavoce ha scelto una messa in scena su Telegram: in un video appare in lacrime mentre si dice addolorata dalle parole del Presidente italiano, per poi concludere cantando Bella ciao, il celebre inno della Resistenza. “Oggi con le mie lacrime, che parlano più di molte parole, voglio esprimere tutto il dolore del nostro popolo dopo aver sentito questa dichiarazione”, spiega nel video.
Successivamente, Zakharova si asciuga le lacrime mentre Lorusso le illustra il contenuto della petizione: “Queste firme sono contro le dichiarazioni di Mattarella e rappresentano solo la punta dell’iceberg di tre anni di russofobia e discriminazioni contro i russi”. La portavoce sottolinea che “più di 20mila persone hanno già firmato per chiedere scuse alla Federazione Russa e al suo popolo”, sostenendo che “a differenza di alcuni leader, il popolo italiano ricorda bene l’impresa dell’Unione Sovietica e il suo colossale contributo alla Vittoria” e menzionando il ruolo dei partigiani sovietici nella Resistenza italiana.
Suggeriamo a Zakharova di non infangare Bella Ciao, il canto dei partigiani italiani che hanno sconfitto i nazi-fascisti il 25 aprile del 1945 e dal loro sacrificio è nata la Costituzione repubblica democratica e antifascista.
Una Costituzione che ha garantito libertà e diritti e non certo una semi-dittatura dove non c’è libertà di stampa, gli oppositori politici finiscono morti o incarcerati, la magistratura è indipendente e non braccio armato del potere, il dissenso è garantito e non si va in galera se viene criticato il presidente della repubblica o la guerra.
Ma soprattutto chi canta Bella Ciao è antifascista (e anti-nazista) sul serio e non solo a chiacchiere. Non sono gli eredi dei partigiani coloro che in questi decenni hanno strizzato l’occhio all’estrema destra nostalgica di Mussolini e Hitler ma la Russia di Putin.
Non sono stati gli eredi dei partigiani a flirtare con Marine Le Pen, con i franco-fascisti spagnoli di Vox, con i post-nazisti austriaci di Fpo ma la Russia di Putin. Non sono coloro che da noi cantano Bella Ciao a favorire i post nazisti tedeschi di AfD ma i capi della Zakharova. E non si ha notizia di un antifascista italiano che abbia pubblicamente preso posizione in favore delle farneticanti dichiarazioni di DJ Vance che in Germania ha chiesto l’apertura a chi ancora cita le Ss. Semmai lo ha fatto il capo della Duma russa, un putiniano di ferro, che evidentemente vede bene al potere in Germania gli eredi di coloro che li invasero.
Senza parlare dei manifesti celebrativi dei fascisti italiani in occasione dei compleanni di Putin, dell’alleanza con la Lega di Salvini proprio nel periodo in cui era alleato con Casapound . E se tutto questo non basta rileggiamo quello che diceva Savoini all’hotel Metropol.