Trump deporta gli immigrati irregolari nella basi militari: ecco il piano
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Trump deporta gli immigrati irregolari nella basi militari: ecco il piano

Il team del presidente Trump sta sviluppando un centro di deportazione a Fort Bliss, vicino a El Paso (Texas), che potrebbe arrivare ad ospitare fino a 10.000 immigrati irregolari. Sarà un modello

Trump deporta gli immigrati irregolari nella basi militari: ecco il piano
Migranti deportati da Trump
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22 Febbraio 2025 - 12.08


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L’amministrazione di Donald Trump sta intensificando i suoi piani per detenere immigrati irregolari in centri militari sparsi negli Stati Uniti, ampliando in modo significativo gli sforzi della Casa Bianca per impiegare risorse militari nell’attuazione delle deportazioni di massa promesse dal presidente.

Il team del presidente Trump sta sviluppando un centro di deportazione a Fort Bliss, vicino a El Paso (Texas), che potrebbe arrivare ad ospitare fino a 10.000 immigrati irregolari in attesa del processo di espulsione, secondo tre funzionari a conoscenza del piano.

Fort Bliss servirebbe da modello, poiché il governo intende costruire ulteriori centri di detenzione in installazioni militari in tutto il Paese — dallo Utah fino all’area delle Cascate del Niagara — per accogliere migliaia di persone e colmare la carenza di spazio nei centri dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), hanno affermato i funzionari, che hanno parlato in condizione di anonimato per discutere di un piano ancora nelle fasi iniziali e non ancora definitivo.

I governi precedenti hanno già utilizzato basi militari per trattenere alcuni immigrati, in particolare minori che venivano poi affidati a familiari o conoscenti. In quei casi, le basi militari fungevano da soluzione d’emergenza quando il sistema federale di accoglienza per minori migranti raggiungeva la sua capacità massima.

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Tuttavia, il piano dell’amministrazione Trump amplierebbe questa pratica, creando una rete nazionale di centri di detenzione militari per gli immigrati soggetti a deportazione. La proposta segnerebbe un’escalation significativa nella militarizzazione dell’applicazione delle leggi sull’immigrazione, coerentemente con la volontà di Trump di affidarsi sempre più al Pentagono per limitare i flussi migratori.

Per i funzionari di Trump, il piano rappresenta una soluzione alla mancanza di spazi per trattenere l’elevato numero di persone che intendono arrestare e deportare. Tuttavia, solleva anche serie preoccupazioni sull’eventuale reimpiego di risorse militari e programmi di addestramento. I vertici militari sottolineano che l’impatto dipenderebbe dall’entità delle detenzioni e dalla durata della custodia. Inoltre, i sostenitori dei diritti degli immigrati ricordano un passato di condizioni critiche per i migranti trattenuti in strutture militari.

Gil Kerlikowske, ex commissario della Dogana e della Protezione delle Frontiere, ha dichiarato che le installazioni militari non sono concepite per un’operazione di tale portata.

“È più che insolito”, ha detto Kerlikowske. “Sorvegliare le persone richiede un numero elevato di addetti e potrebbe anche comportare un grande dispendio di risorse”.

Trump ha fatto della promessa di deportazioni di massa uno dei pilastri della sua presidenza, dopo una campagna elettorale in cui gli elettori americani di entrambi gli schieramenti politici hanno mostrato un’inclinazione più restrittiva in materia di immigrazione.

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Finora, il Pentagono ha schierato 5.000 soldati attivi e membri della Guardia Nazionale al confine meridionale per supportare la Border Patrol, con l’obiettivo di raddoppiare tale cifra nelle prossime settimane.

L’amministrazione ha anche trasferito via aerea un piccolo numero di migranti a Guantánamo, prima di reindirizzarli questa settimana in altri Paesi. Inoltre, ha diffuso foto e video per promuovere le dure misure di Trump, incluse immagini ravvicinate di immigrati ammanettati.

Tuttavia, il governo non sta ancora detenendo un numero di immigrati sufficiente a riempire una rete nazionale di strutture militari. Gli agenti dell’ICE hanno effettuato oltre 15.000 arresti tra il 21 gennaio e il 13 febbraio, secondo il Dipartimento della Sicurezza Nazionale. Ciò corrisponde a una media di circa 700 arresti al giorno, più del doppio rispetto al ritmo quotidiano degli ultimi anni, inclusa l’amministrazione Biden, ma ancora inferiore alle aspettative della Casa Bianca.

Non è chiaro quanti immigrati potrebbero essere trattenuti nei vari centri militari, poiché l’amministrazione Trump probabilmente creerà nuovi campi con tende nelle aree circostanti. Tuttavia, il piano di utilizzare basi militari in oltre una dozzina di stati rappresenterebbe un’espansione significativa della capacità detentiva.

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Alcune installazioni militari, come Fort Bliss, sono meglio attrezzate per ospitare migranti, dato che sono già state utilizzate a tale scopo in passato. Tuttavia, un aumento di migliaia di persone potrebbe mettere alla prova la sicurezza delle strutture. L’esercito potrebbe essere costretto a mobilitare rinforzi in varie basi, con il rischio di interrompere le normali operazioni e i programmi di addestramento.

I funzionari prevedono di trattenere inizialmente solo 1.000 immigrati a Fort Bliss nella prima fase dell’espansione del programma di detenzione, ma il numero potrebbe aumentare notevolmente in futuro. Il governo Trump ha già iniziato a trasferire alcune persone a Fort Bliss prima della loro deportazione.

La Casa Bianca ha indirizzato le richieste di commento sul piano ai Dipartimenti della Difesa e della Sicurezza Nazionale, che non hanno risposto. Stephen Miller, vice capo dello staff di Trump, ha sottolineato giovedì l’intenzione del presidente di continuare a fare affidamento sulle risorse del Dipartimento della Difesa per applicare le leggi sull’immigrazione.

“Ha riaperto Guantánamo e sta utilizzando aerei militari per effettuare deportazioni in tutto il Paese”, ha dichiarato Miller durante una conferenza stampa alla Casa Bianca. “Qui non si entra illegalmente. Non entreranno”.

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