Tagli, licenziamenti, negazionismo: Nature accusa Trump di essere il peggior nemico della scienza
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Tagli, licenziamenti, negazionismo: Nature accusa Trump di essere il peggior nemico della scienza

Il divieto di promuovere quella che Trump definisce ‘ideologia di genere’ e l’ordine di interrompere tutte le iniziative legate alla diversità, all’equità e all’inclusione.

Tagli, licenziamenti, negazionismo: Nature accusa Trump di essere il peggior nemico della scienza
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22 Febbraio 2025 - 11.48


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Tra pesanti tagli ai finanziamenti federali per la ricerca e numerosi licenziamenti nelle agenzie scientifiche statunitensi, il bilancio del primo mese di presidenza di Donald Trump appare particolarmente negativo per la scienza. A evidenziarlo è la rivista Nature sul suo sito, sottolineando il ritmo serrato e senza precedenti dei provvedimenti adottati.

Le mosse dell’amministrazione Trump rientrano in un piano più ampio volto a ridurre drasticamente la spesa pubblica e a ridimensionare la forza lavoro federale, un cambiamento che, secondo molti ricercatori, potrebbe avere ripercussioni durature sulla scienza e sulla società.

Il processo è iniziato subito dopo l’insediamento ufficiale del Presidente, avvenuto il 20 gennaio, con la firma di numerosi ordini esecutivi. Alcuni erano già stati annunciati, come il ritiro degli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi sul clima e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre altri hanno colto di sorpresa la comunità scientifica. Tra questi, il divieto di promuovere quella che Trump definisce ‘ideologia di genere’ e l’ordine di interrompere tutte le iniziative legate alla diversità, all’equità e all’inclusione.

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Gli effetti sulle agenzie federali e sulla comunità scientifica sono stati immediati e caotici: molti termini legati a questi temi sono stati rimossi da siti e documenti ufficiali, e diversi programmi sono stati cancellati. Persino l’Osservatorio astronomico Vera Rubin ha modificato la biografia dell’astronoma a cui è dedicato, ridimensionando il suo impegno nel superamento delle barriere per le donne in astronomia e nel sostegno ai gruppi storicamente discriminati, suscitando un’ondata di proteste. Anche la Nasa ha eliminato l’inclusione dall’elenco dei suoi valori fondamentali e cancellato articoli che evidenziavano i contributi di ricercatori appartenenti a comunità sottorappresentate.

Un altro ordine esecutivo, firmato il 27 gennaio, ha imposto il congelamento immediato di tutte le sovvenzioni e i finanziamenti federali, con l’obiettivo di assicurare che i fondi vengano utilizzati secondo le priorità dell’attuale amministrazione. Sebbene un giudice federale abbia temporaneamente bloccato la misura, il clima di incertezza nei laboratori, negli istituti di ricerca e nelle università statunitensi rimane alto.

A questa situazione si aggiungono i licenziamenti di decine di migliaia di dipendenti pubblici, in linea con le direttive del Dipartimento per l’efficienza del governo guidato da Elon Musk. Nelle ultime settimane, circa 75mila dipendenti hanno accettato l’incentivo di dimissioni volontarie proposto dall’amministrazione Trump via e-mail. Inoltre, circa 2mila impiegati dell’agenzia Usaid, che si occupa di cooperazione internazionale, rischiano il posto a causa dei provvedimenti di congedo forzato, mentre i licenziamenti delle assunzioni in prova degli ultimi due anni stanno colpendo in particolare i giovani ricercatori.

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Secondo Nature, tutto questo potrebbe essere solo l’inizio: tra i prossimi obiettivi di Trump potrebbero esserci nuovi tagli alla ricerca sul clima, la privatizzazione dei servizi meteorologici nazionali e il blocco degli investimenti nelle tecnologie green e nelle energie rinnovabili. All’orizzonte si prospettano ulteriori riduzioni dei fondi destinati alle agenzie scientifiche e una nuova ondata di licenziamenti. Come ha dichiarato Jennifer Zeitzer, direttrice dell’ufficio affari pubblici presso la Federazione delle società americane di biologia sperimentale, “Tutto è possibile”.

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