Putin, Trump e il futuro delle democrazie: l'Europa isolata tra guerra, dittatura e resistenza
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Putin, Trump e il futuro delle democrazie: l'Europa isolata tra guerra, dittatura e resistenza

Tutte le richieste di Trump, sono le richieste di Putin stesso: pace, con concessioni territoriali, e soprattutto danni di guerra

Putin, Trump e il futuro delle democrazie: l'Europa isolata tra guerra, dittatura e resistenza
Trump e Putin
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Beatrice Sarzi Amade Modifica articolo

16 Febbraio 2025 - 17.31


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“Chiunque di noi”. Questo è quello che diceva Soloviov, uno dei peggiori propagandisti di Putin nel marzo 2022 su Tulsi Gabbard. Così era il marzo 2022, in un contesto in cui, all’inizio della guerra, disse che tutti gli Usa non stavano seguendo Biden, e che era solo Biden che si era dato l’obiettivo di “cambiare il potere in Russia”. Trump, era sotto processo, per niente, al contrario.

Oggi, tre anni dopo, Tulsi Gabbard è al timone del controspionaggio Usa, dopo aver difeso Putin. Beh, negli Stati Uniti non c’è più controspionaggio, e questa scomparsa è avvenuta in meno di due settimane. Non esiste più contro Russia e Cina, visto che, contemporaneamente, i file della Cia contenenti i nomi degli agenti sono stati resi pubblici via e-mail, se ho capito bene, dall’amministrazione all’amministrazione. Gli Usa oggi hanno più nemici di Putin.

Trump non esiste. C’è un solo tipo di canaglia, e chi lo fa parlare, questa canaglia, quello che lo fa agire, è Putin. Sì, infatti, per Putin, Trump è “qualcuno di noi” (in russo: nach tchelovek), e non per niente Douguine, capo ideologo fascista russo, non lo elogia, l’intero apparato statale russo, infatti, non è di elogio, fino al punto comico che uno dei più conosciuti turiferiani di Putin, il generale Guroulov, che infestava le trasmissioni di Solovov ed era famoso per le sue scioccanti dichiarazioni contro “l’Occidente globale” e l’Ucraina, è scomparso, dopo un ennesimo errore: non capiva, com’era, che dall’elezione di Trump, i tempi erano cambiati e aveva continuato a denunciare la politica degli Stati Uniti… Beh, è stato ufficialmente “punito” e non si vede più in onda.

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Ma, seriamente, tutto l’atteggiamento di Trump, tutte le sue richieste, sono le richieste di Putin stesso: pace, con concessioni territoriali, e soprattutto danni di guerra. Quando Trump chiede il rimborso dei costi avanzati dagli Usa, un costo di 500 miliardi di dollari, (non discuterò del numero), sequestrando le risorse naturali ancora da sfruttare nel territorio dell’Ucraina, cos’altro oltre a questo? Risarcimenti pagati da chi perde al vincitore, questi compensi non andranno direttamente al vincitore, ma al paese che era a capo dell’alleanza presunta per difendersi dall’aggressione russa.

Compensazioni e disimpegno, cioè la Nato si troverà, a breve termine, ad essere un’alleanza unicamente europea. Inoltre, l’ordine del Segretario della Difesa Peter Hegseth chiede all’Europa di aumentare il proprio budget militare del 5% e di comprare le sue attrezzature, ovviamente, negli Usa. (ovviamente non avevamo bisogno di questo suggerimento da un’America ignorante).

Che Pete Hegseth sia un caso lui stesso, visto che oltre al fatto che è stato perseguito per numerosi reati sessuali, e che è alcolizzato, basta guardare il modo in cui beve l’acqua, a meno che non sia vodka, prima di rispondere ad ogni domanda, e per non parlare del fatto che spiega che, lui, non crede ai germi “perché non li vediamo”, non so da quanti anni non si lavi le mani. Alla domanda di un giornalista se si potesse imporre la pace all’Ucraina, non ha risposto a nulla, facendo capire che era esattamente quello che stava succedendo.

E, ancora ieri, questa indignazione lanciata da Vance, alla conferenza di Monaco, presumibilmente dedicata alla sicurezza, a difesa delle elezioni truccate della Romania e dello sfratto da parte della Corte Suprema rumena del fascista Putin, e non parlo della difesa anti aborto attivisti, gruppi di estrema destra e tutta questa cosiddetta lezione morale di un uomo che considerava la libertà nell’Unione Europea una minaccia, (ma noi la urliamo ancora), e che non ha detto nulla, nemmeno una parola, su quanto sta accadendo in Russia e negli Stati Uniti. territori occupati dell’Ucraina (e non dico nulla sulla politica pro Netanyahu). Comunque, non era Trump a parlare, e non era nemmeno Vance.

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Vance è Netanyahu.

Potenzialmente molto più pericoloso, perché è giovane, semplicemente, è stato Putin stesso a parlare dalla bocca dei suoi propagandisti, ed è questo che ha colpito chiunque guardasse le trasmissioni ufficiali russe. Tutte le argomentazioni di Vance sono: direttamente o attraverso lo specchio, citazioni dei programmi di Soloviov. Non c’è altro al potere oggi negli Usa, e quindi al potere nel mondo: denunciare i “nemici dentro” (democrazie laiche in questo caso), difendere i valori cristiani (intesi come sappiamo), condannare la democrazia in generale non appena ci prova per proteggersi dalla violenza, verbale o fisica, dai nemici, e soprattutto dal disprezzo nei confronti dei paesi dell’Unione Europea.

Ecco di cosa si tratta. Putin, parla con Putin (Trump), ma non parla con gli Stati europei, e i rapporti tra Russia e Usa saranno bilaterali, in disprezzo, per così dire, degli accordi internazionali, in oltraggio ai tre anni passati teoricamente a difendere l’Ucraina.

Scrivo “teoricamente” dall’aprile 2022 che, questa cosiddetta difesa, era tutt’altro che una difesa, perché cercava, per quanto possibile, di domare capra e cavolo, come diceva Macron, “di non umiliare la Russia.”

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In ogni caso, l’Europa si troverà sola, lo è già. La pace che si farà, senza Europa, e senza Ucraina, comporterà nuove guerre nei prossimi anni, perché, ripeto, Putin non può più esistere senza guerra: il bilancio militare russo è a circa il 40% di tutte le spese, il regime se non farà la guerra, crollerà, e la crisi economica, la crisi sociale, il crollo causato dalla violenza endemica e dalla corruzione, tutto questo pone, ancora oggi, un potere che appare onnipotente, ma anche molto fragile. Un potere che in realtà dipende solo dalla designazione di “aggressore”, e dalla guerra. Questo “amico” che è Donald Trump è qui per dare a Putin i tre-quattro anni di cui ha bisogno per imporre definitivamente il terrore di massa all’interno e riformare il suo esercito, un esercito sull’orlo dello sfinimento, nonostante le sue avance, centinaia di metri per centinaia di miglia. (ma l’esercito ucraino è nello stesso stato).

Ciò che è in gioco, infatti, è l’esistenza stessa delle democrazie occidentali, attaccate oggi su due fronti. O gli Stati europei avranno la forza di un’ondata, o dovremo imparare a vivere anche noi, sotto la dittatura.

E, seriamente, è per questo che odio, con tutte le mie forze, quelle belle anime che traggono un segno di equivalenza tra le due parti, le democrazie occidentali e quelle di Putin. So cosa significa quando non ti piace un governo, un presidente, nessuna politica, qui in Occidente.

So cosa vuol dire vivere sotto il terrore, in Russia, o altrove.

Non auguro a nessuno questo terrore.

Dovremo resistergli. Perché nessuno dei turiferiani di questo terrore dirà mai.

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