Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato domenica il suo impegno ad acquistare e controllare Gaza. Ha aggiunto che potrebbe destinare parti del territorio ad altri Stati del Medio Oriente per favorire gli sforzi di ricostruzione. Trump ha rilasciato queste dichiarazioni ai giornalisti a bordo dell’Air Force One.
Nei giorni precedenti, Trump aveva proposto che gli Stati Uniti assumessero il controllo della Striscia di Gaza, trasferendo i palestinesi in altri Paesi e ricostruendo l’area come una nuova “Riviera”. Parlando al fianco del leader israeliano Benjamin Netanyahu, Trump si è detto aperto all’idea che le truppe americane garantiscano la sicurezza dell’area in una “posizione di proprietà a lungo termine”, segnando un cambiamento rispetto alla sua precedente opposizione al coinvolgimento americano in “guerre infinite”.
Queste proposte hanno suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Un funzionario di Hamas ha criticato le dichiarazioni di Trump su Gaza, definendole una “ricetta per il caos” nella regione.
Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha respinto la proposta di Donald Trump di deportare i palestinesi fuori dalla Striscia di Gaza, affermando che una soluzione che non tiene conto o addirittura ignora la volontà delle persone coinvolte non è accettabile.
Trump ha anche affermato che “Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi”.
Queste dichiarazioni hanno generato un dibattito acceso sulla fattibilità e le implicazioni etiche di tali proposte.
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