Sondaggi politici: aumenta la percentuale dei danesi che considerano gli Usa una minaccia

Quasi la metà dei danesi considera gli Stati Uniti una minaccia significativa per il proprio paese, e la stragrande maggioranza si oppone all’idea che la Groenlandia lasci la Danimarca per diventare parte degli Usa, secondo un nuovo sondaggio.

Sondaggi politici: aumenta la percentuale dei danesi che considerano gli Usa una minaccia
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31 Gennaio 2025 - 12.27


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Quasi la metà dei danesi considera gli Stati Uniti una minaccia significativa per il proprio paese, e la stragrande maggioranza si oppone all’idea che la Groenlandia lasci la Danimarca per diventare parte degli Usa, secondo un nuovo sondaggio.

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La ricerca, condotta da YouGov e condivisa in esclusiva con il Guardian, arriva dopo settimane di tensioni tra Danimarca, Groenlandia e Stati Uniti a causa delle ripetute dichiarazioni di Donald Trump sulla sua intenzione di prendere il controllo del territorio autonomo, che fa parte del Regno di Danimarca.

L’isola artica, che ha una popolazione di 57.000 persone, in passato era una colonia danese e oggi la Danimarca mantiene il controllo sulla sua politica estera e di sicurezza. L’interesse di Trump per la Groenlandia arriva in un momento in cui il movimento per l’indipendenza dell’isola sta guadagnando sempre più slancio.

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Il sondaggio, condotto su poco più di 1.000 persone in Danimarca tra il 15 e il 22 gennaio, ha rilevato che il 46% degli intervistati considera gli Stati Uniti una “minaccia molto grande” o “abbastanza grande” per la Danimarca.

Questa percentuale è superiore a quella di chi considera una minaccia la Corea del Nord (44%) o l’Iran (40%). Tuttavia, la Russia rimane percepita come un pericolo ben più grande: l’86% degli intervistati la considera una minaccia.

Tra gli intervistati, il 78% si è detto contrario alla vendita della Groenlandia agli Stati Uniti, mentre il 72% ritiene che la decisione finale dovrebbe spettare alla Groenlandia stessa, e non alla Danimarca.

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I risultati del sondaggio arrivano in una settimana in cui la premier danese, Mette Frederiksen, ha visitato Berlino, Parigi e Bruxelles per cercare sostegno contro le minacce di Trump sulla Groenlandia, dopo una telefonata con il presidente statunitense descritta come “orribile”.

Frederiksen ha dichiarato che l’Europa deve rimanere unita di fronte ai cambiamenti nei rapporti con gli USA: “Voglio assicurarmi che tutta l’Europa resti compatta. Non solo per quanto riguarda il Regno di Danimarca, ma anche in senso più ampio”.

Ha aggiunto: “Tutti in Europa possono vedere che la collaborazione con gli Stati Uniti sarà diversa d’ora in poi”.

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Trump ha affermato che gli USA devono ottenere il controllo della Groenlandia – e del Canale di Panama – per garantire la loro “sicurezza economica”, definendo il possesso del territorio una “necessità assoluta”. La Groenlandia è da tempo nel mirino dell’ex presidente come possibile obiettivo di acquisto, e nel 2019 aveva confermato di aver incaricato i suoi collaboratori di esplorare le modalità per acquisirla, descrivendo la transazione come “essenzialmente un grande affare immobiliare”.

Oltre alle riserve di petrolio e gas, la Groenlandia attira interesse internazionale per la sua fornitura di materie prime essenziali per le tecnologie verdi, compresa la Cina.

Un altro sondaggio, pubblicato all’inizio della settimana, ha rivelato che l’85% dei groenlandesi non vuole che l’isola diventi parte degli Stati Uniti. L’indagine, condotta dall’istituto di ricerca Verian per il quotidiano danese Berlingske, ha mostrato che solo il 6% dei groenlandesi è favorevole a diventare parte degli USA, mentre il 9% è indeciso.

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