Allarme rosso: "L’Orologio dell’Apocalisse segna 89 secondi alla mezzanotte"
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Allarme rosso: "L’Orologio dell’Apocalisse segna 89 secondi alla mezzanotte"

Lo ha annunciato il Bulletin of the Atomic Scientists, il consiglio di scienziati ed esperti che si occupa dell’impatto degli sviluppi scientifici e tecnologici sulla sicurezza mondiale.

Allarme rosso: "L’Orologio dell’Apocalisse segna 89 secondi alla mezzanotte"
Doomsday clock. l'orologio dell'Apocalisse
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

29 Gennaio 2025 - 22.02


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Sono gli eroi di pace in nefasti tempi di guerre e di riarmo. Sono coloro che contrastano gli “Stranamore” che dettano la linea nel mondo supportati da un sistema militare-industriale sempre più potente e aggressivo.

Sono i disarmisti che non si arrendono. E che ricordano, con la Rete Italina Pace e Disarmo (Ripd) che “L’Orologio dell’Apocalisse (Doomsday clock) segna 89 secondi alla mezzanotte: non siamo mai stati così vicini alla fine del mondo. Lo ha annunciato il Bulletin of the Atomic Scientists, il consiglio di scienziati ed esperti che si occupa dell’impatto degli sviluppi scientifici e tecnologici sulla sicurezza mondiale. Questo strumento è un orologio simbolico creato nel 1947 e simboleggia l’urgenza delle minacce esistenziali capaci di mettere fine alla specie umana.

La stessa commissione di scienze e sicurezza del Bulletin ha chiesto agli stati possessori di armi nucleari di ratificare il TPNW, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, che conta il sostegno di metà degli stati del mondo e unisce governi e società civile in un obiettivo comune: eliminare per sempre le armi nucleari e costruire un futuro di pace e sicurezza condivisa. Il gruppo di esperti del Bulletin ha infine valutato le principali minacce esistenziali (armi nucleari, cambiamento climatico, sviluppo di tecnologie sempre più distruttive e minacce biologiche) e ha chiesto ai leader politici di portare avanti azioni coraggiose per ridurle in modo significativo.

La mobilitazione “Italia, ripensaci”, promossa da Rete Pace Disarmo e Senzatomica e parte della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Premio Nobel 2017, sottolinea come uno degli elementi che ha portato il Doomsday clock più vicino alla mezzanotte siano proprio le armi nucleari per le quali negli ultimi cinque anni la spesa è cresciuta esponenzialmente. Non bisogna farsi bloccare dalla paura, ma lavorare concretamente affinché la minaccia globale si riduca, l’auspicio è che sempre più Paesi vadano verso la messa al bando delle armi nucleari a partire dalla prossima conferenza degli Stati parti che ci sarà agli inizi di marzo”.

Una campagna ininterrotta

Sempre da un comunicato di Ripd: “Mercoledì 22 gennaio 2025, i gruppi per la pace e il disarmo di tutto il mondo celebreranno il quarto anniversario dell’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw): norma internazionale che, partendo dal riconoscimento dell’impatto umanitario delle armi nucleari, le rende illegali secondo il diritto internazionale (analogamente alle armi chimiche e biologiche). Un risultato ottenuto grazie all’azione forte e condivisa della società civile internazionale che – nell’ambito della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican Premio Nobel per la Pace 2017) ne ha promosso la discussione e votazione all’Onu operando poi per il raggiungimento delle prime 50 ratifiche necessarie a farlo entrare in vigore. Ad oggi sono 73 i Paesi che hanno ratificato e in totale sono 98 quelli che hanno approvato o firmato il Tpnw[…]Ricordiamo che il Trattato Tpnw vieta ai Paesi che lo ratificano di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, acquisire, stoccare, controllare, ricevere o minacciare di usare armi nucleari. È inoltre vietato ospitare, incoraggiare o assistere altre nazioni impegnate in una di queste attività proibite. La norma internazionale impone inoltre ai Paesi di assistere le vittime e di ripulire le aree contaminate da radiazioni provenienti da esperimenti nucleari, oltre a prevedere un ampio sistema di monitoraggio per garantirne il rispetto

Purtroppo, nessuno Stato dotato di armi nucleari (o posto sotto l’ombrello nucleare di una alleanza militare, come nel caso dell’Italia) ha firmato o ratificato il Trattato TPnw.

Dunque, è cruciale in questo anniversario rilanciare un’azione capace di richiamare l’attenzione sui pericoli della guerra nucleare e sull’impatto umanitario delle armi nucleari. Rafforzare un movimento globale affinché le potenze nucleari si disarmino congiuntamente è il chiaro e cruciale obiettivo di Ican e di “Italia, ripensaci”. Lo ribadiremo tutti insieme con forza durante la “Nuclear Ban Week” che si svolgerà in contemporanea alla Terza Conferenza degli Stati Parti del Tpnw. L’appuntamento è a New York (e in tutto il mondo) dal 3 al 7 marzo prossimi.

In occasione della giornata del 22 gennaio, Lisa Clark (vicepresidente dei Beati Costruttori di Pace e referente Ripd per il disarmo nucleare) ha commentato: “Oggi ricordiamo il quarto anniversario dell’entrata in vigore del Tpnw, ma è solo il primo impegno di questo 2025 per i movimenti mondiali per la pace e il disarmo. Dopo la conferenza degli Stati che aderiscono al Tpnw in marzo all’Onu, rinnoveremo la memoria delle conseguenze delle armi nucleari insieme agli Hibakusha, sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki e insigniti del Premio Nobel per la Pace: il 6 e 9 agosto saranno esattamente 80 anni da quel 1945. E a ottobre 2025 metteremo tutti i nostri sforzi nel sostegno alle Nazioni Unite, il fondamento di quel multilateralismo nato sulle macerie della Seconda guerra mondiale con l’obiettivo di mettere la guerra fuori dalla storia. Come non mai, oggi sentiamo il bisogno di ridare forza e fiducia all’Onu, che dalla sua costituzione ha lavorato per dotare l’umanità di mezzi giuridici e politici contro la sopraffazione, la diseguaglianza, la guerra “.

Alessja Trama (coordinatrice delle politiche e della ricerca di Senzatomica) aggiunge: “Nel giorno in cui celebriamo l’anniversario dell’entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (Tpnw), rinnoviamo il nostro appello per un impegno concreto verso un futuro libero dalla minaccia nucleare. In un contesto globale segnato da conflitti e crescenti tensioni, agire è non solo urgente, ma indispensabile per salvaguardare il nostro futuro comune. Con il sostegno di metà dei Paesi del mondo, che rappresentano oltre 2,5 miliardi di persone, il Tpnw offre un piano realistico e inclusivo per il disarmo nucleare. È una soluzione concreta, che chiama all’azione governi, rappresentanti eletti, organizzazioni internazionali, società civile, settore finanziario e comunità colpite. Solo unendo le forze e riconoscendo il ruolo cruciale delle comunità più vulnerabili – donne, bambini e popolazioni indigene, spesso colpite in modo sproporzionato dalle armi nucleari – potremo costruire una società globale fondata sulla pace e sui valori umani. Oggi più che mai, abbiamo la responsabilità di trasformare questa visione in realtà”.

Una responsabilità resa ancora più importante, vitale, per le sorti del genere umano da quell’Orologio che avverte come il punto di non ritorno sia maledettamente sempre più vicino.

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