Una proposta di legge inquietante è stata presentata dal deputato repubblicano dello Stato del Mississippi, Justin Keen, che prevede una taglia di mille dollari per chiunque contribuisca alla cattura e alla deportazione di immigrati irregolari.
Keen, padre di tre figli e cristiano battista, sostiene che questa misura estrema serva a rafforzare le rigide politiche migratorie promosse dall’ex presidente Donald Trump. Tuttavia, questa iniziativa, oltre a suscitare profonda preoccupazione per il suo potenziale impatto sui diritti umani, rischia di aggravare la già fragile situazione economica dello Stato. Il Mississippi, infatti, registra uno dei più alti indici di povertà del Paese, con oltre un bambino su tre che vive al di sotto della soglia di povertà, secondo i dati dell’Ufficio di censimento.
Nonostante l’incertezza sull’approvazione della legge, la proposta riflette un’escalation di retorica divisiva e di odio. Si inserisce, infatti, in un contesto in cui il programma di deportazione di massa, avviato da Trump dal giorno del suo insediamento, ha già generato un clima di paura tra le comunità di immigrati. Questa nuova direttiva si spinge ben oltre le misure del primo mandato di Trump, eliminando qualsiasi limite alle perquisizioni: oggi anche chiese, scuole e ospedali, un tempo considerati luoghi sicuri, possono essere teatro di raid da parte delle forze dell’ordine.
Queste politiche alimentano divisioni e stigmatizzazioni, minando i principi di solidarietà e giustizia sociale. L’approccio intransigente non solo ignora la complessità del fenomeno migratorio, ma rischia di normalizzare la discriminazione e l’odio, colpendo le persone più vulnerabili e destabilizzando ulteriormente una società già segnata da profonde disuguaglianze.