Racconti e storie dal fronte della guerra che la Russia ha sferrato all’Ucraina. È il giornale online “Meduza” che li ha chiesti ai suoi lettori. E sono tante le storie arrivate al giornale, e che il giornale in queste settimane sta pubblicando, garantendo l’anonimato dei russi che si fanno avanti per darci drammatiche istantanee di una guerra lunga, quando Putin aveva assicurato che sarebbe stata brevissima, poco più di una passeggiata. Eccone una:
Denis
Nel villaggio dove mia madre va in vacanza, c’è una donna. Questa donna si è “accovacciata sulle orecchie di suo figlio” insistendo perché andasse in guerra. Il motivo dell’insistenza della donna? Il denaro, devi sostenere la famiglia in qualche modo, ed ora hai un’opportunità ghiotta.
Mia madre ha poi visto questo ragazzo quando è tornato in permesso, sei mesi dopo: sguardo perso, smarrito, era chiaro che era una persona con disturbo da stress post-traumatico.
Poi si è ritrovato di nuovo in guerra – non so con certezza se è tornato per scelta o perché sua madre ha insistito di nuovo. Un terribile giorno i suoi genitori furono convocati a Rostov sul Don per l’identificazione del figlio: al posto di un cadavere c’era solo un mucchio di carne.
Sua madre, quella che aveva tanto insistito perché il figlio andasse in guerra, era inorridita, e non smetteva di piangere.
Ad oggi non capisco come sia stato possibile che una madre abbia fatto il lavaggio del cervello al figlio, spingendolo alla guerra per poi sorprendersi che del figlio era rimasto poco.