Europa? Hai detto Europa? Ma che diavolo è questa, Europa?
Questo coniglio, tetanizzato nei fari del bulldozer di Trump, è paralizzato dalla paura della zucca nucleare di Putin?
Dove sono finiti l’orgoglio, la forza, lo splendore della civiltà europea che ha fatto sognare il mondo per secoli?
Apprendiamo che Trump è pronto a “affrontare” con Putin che vuole l’Ucraina morta, ovvero l’Europa.
Putin si affretta a dire “da” al suo altro compagno atlantico. Entrambi accettano di uccidere l’Europa.
E l’Europa cosa dice? Niente.
La sua reazione? Nessuna.
Il coniglio perso nei fari accetta la sua morte senza sfiorarsi.
La mia pazienza e la pazienza di molti sta finendo.
Come spiegare agli attuali leader d’Europa, accecati da una miserabile visione di breve durata, che la guerra in Ucraina esiste?
Che questa guerra sia una prova di sopravvivenza per tutta la civiltà europea, nata ad Atene e a Roma, e che il suo esito non possa in nessun caso essere un accordo transazionale tra due super potenze straniere in Europa?
Due superpoteri, uno dei quali non è uno.
Che l’Ucraina non sia una moneta di scambio tra due becchini d’Europa, ma un attore importante nella geopolitica del XXI secolo?
Che gli ucraini non sono “gli Ivanov che hanno rinnegato le loro origini”, ma un popolo sovrano, con un’identità precedente rispetto alla Russia?
Insomma, come risvegliarsi, sull’orlo dell’abisso, questa Europa che deve – urgentemente – prendere il sopravvento dall’America dimissionaria per difendere l’Ucraina. L’Ucraina lotta per la sua libertà e quella dell’Europa. L’Ucraina è diventata la roccaforte e il cuore sanguinoso dell’Europa. Ucraina, il santuario definitivo della fiamma universale dei valori europei.
L’Ucraina è Europa oggi!
Per l’Europa la scelta è quindi semplice: salvare l’Ucraina significa rinascere. Lasciare l’Europa significa scomparire.
( e per quanto debba leggere l’antipatia verso Macron, io lo porto alto perchè è l’unico a dire e fare e non va certo a baciare le terga a Trump, Musk o Maduro, Putin, Orban Vs. Meloni, amen ).
Abbiamo la guerra mondiale ibrida, iniziata da Putin. Conosciamo tutti i suoi interventi alle elezioni, da anni (molto prima della guerra con l’Ucraina), sappiamo – lo aveva spiegato Prigogine da solo – come sono intervenuti per mettere Trump al potere nel 2016, ma quello che sta accadendo ora è di intensità, ho l’impressione, ancora più forte. Abbiamo visto le elezioni in Moldavia (dove non sono riuscite per nulla), abbiamo visto le elezioni in Romania, dove ci sono riuscite, ma in modo così “ineducato”, con manipolazioni brevettate come la Corte Suprema (o come si chiama la Corte Suprema in Romania? ) è stata costretta, cosa assolutamente inaudita, ad annullare le elezioni; abbiamo visto, e vediamo, la Georgia, con le stesse manipolazioni, ma che, questa volta, non ha trovato la risposta di una Corte Costituzionale, elezioni totalmente truccate, segnate, ogni momento, e agli occhi di tutti gli osservatori stranieri senza eccezione, per intimidazione, acquisto di voti, insomma, e mentre il partito al governo, Putin, “il sogno georgiano” non ha avuto possibilità di essere eletto democraticamente, perché la sua gestione, per il popolo (per non parlare nemmeno del desiderio di Europa e di reale autonomia) è stata un disastro. Ed è chiaro che i putiniani interverranno ad ogni elezione, ovunque avvengano nel mondo, per distruggere coalizioni cosiddette democratiche o liberali.
Quanto accaduto a Magdebourg mi sembra aver colpito il sigillo della stessa realtà, della stessa guerra. Questo è, mentre il governo Scholz è già in pausa, per non raccontare l’agonia (per motivi non solo, e lontanamente, legati alla guerra in Ucraina), per seminare caos evidenziando il partito di estrema destra, già in crescita, ma non ancora abbastanza per rivendicare potere in tutta la Germania.
A proposito di questo attentato, ho letto tutto e viceversa, e ogni possibile tesi di cospirazione, come sia stato davvero un attacco islamico, ma camuffato. Ma la perversione della cosa è che questo non è affatto un attacco islamico, e questo è, lo noto ancora una volta, uno dei grandi motivi per cui non accetto la parola “islamofobia” per designare il razzismo contro gli arabi, perché, esattamente, questo tizio che ha fatto questo, e tutte le fonti confermano, è in realtà islamofobo, cioè odia l’Islam (non discuterò le sue ragioni, la sua opposizione, reale o presunta, al regime saudita).
Ma qui, è islamofobo, è arabo, e, secondo l’opinione comune, il fatto che sia islamofobo, non importa, perché è arabo e che, per di più, sia integrato nella società tedesca, per anni e anni, e che ha un lavoro, dottore, chi altro lo è!, insomma, quello che viene fuori è il messaggio essenziale dell’estrema destra (a cui appartiene, continuava a trasmettere i messaggi dei nazisti tedeschi), è che gli stranieri, per natura, non sono integranti, e che i governi democratici sono incapaci di gestire questo che i populisti chiamano “l’invasione interiore” o altre espressioni simili. L’idea è quella di sottolineare, ovviamente, la legalizzazione della società tedesca, e quindi, di indebolire ulteriormente il potere di chi, in un modo o nell’altro, proclama di voler aiutare l’Ucraina. E si capisce che la società tedesca, già profondamente scossa dalla crisi economica (e dall impreparazione dei governi che avevano messo la loro intera economia sotto la dipendenza delle energie fossili russe), che questa società è, quindi, sempre più violenta, sempre più instabile.
L’estrema destra tedesca ha organizzato da solo l’attacco? Ne sarei sorpresa. Il tizio che ha fatto questo è pagato direttamente da Putin? Di nuovo, ovviamente è più diffuso, più complesso, ma la cosa che mi sorprende di più è che i servizi russi sono davvero inutili.
Questa è una cosa. Ma è il giorno dopo l’attacco, o poche ore dopo, che scopriamo il messaggio di Musk, che insulta Scholz, e lo chiama incapace e idiota. Sapere quanto Musk e Trump sono vicini, sembra uno strano effetto, e poi ancora, non venitemi a dire che Trump stesso ha detto a Musk cosa scrivere. Questo è molto più triste di così. Questo significa solo che Trump ha bisogno di pensare (e non ha bisogno di dirlo). E non solo Trump, ma anche Putin.
Perché, per me, oggi, il punto è qui: quello che è successo in Germania, non lo interpreto solo come un tentativo, atroce, di destabilizzare una società, né come un intervento nel processo democratico delle elezioni, ma come una punizione.
Una punizione per la debolezza. Perché Scholz è colui che, tra tutti i leader d’Europa (Europa triste avere i leader che ha), ripete di più che non vuole scalare, e rifiuta, oggi, i missili a medio raggio, come si è rifiutato, per mesi e mesi, di consegnare i primi carri armati, poi gli aerei, e poiché aveva ritardato la consegna di armi e munizioni ancora promesse, paralizzando lo sforzo bellico ucraino, e che Scholz è percepito da Putin come un perdente, un debole; un tizio che, secondo i codici e il gergo mafioso, va a letto. Un codardo. Un lavello.
Putin è come un cane, Putin: tu dimostri di avere paura, lui attacca. Tu lo affronti mantenendo la calma, lui si appiattisce. Tranne che, qui, davanti a Putin, vanno tutti a letto
Quando ci sveglieremo.., invece di criticare la rivoluzionaria Francia e metteremo in ordine i fatti, le parole, ma soprattutto i pensieri e le azioni.
Per l’Italia auguro un volo di fierté