Sulla Groenlandia Trump dovrà fare i conti con l’oste, e l’oste è Mosca. Il Cremlino, infatti, sta osservando da vicino i recenti sviluppi sulle rivendicazioni degli Stati Uniti su Canada e Groenlandia. Mosca adesso si limita a dire che la questione fa parte delle relazioni bilaterali di Washington con Ottawa e Copenaghen.
Parola del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un briefing, ad una precisa domanda dell’agenzia TASS: “Stiamo seguendo da vicino questi drammatici sviluppi, grazie a Dio, non siamo ancora andati oltre le dichiarazioni”, ha detto Peskov, che però ha usato la parola “drammatici”.
Come si sa, Donald Trump un paio di giorni addietro ha detto che la Groenlandia dovrebbe unirsi agli Stati Uniti al fine di garantire la sicurezza nazionale e la protezione contro le minacce cinesi e russe. Lo stesso Trump, durante il suo primo mandato presidenziale, nel 2019, aveva detto che gli Stati Uniti “potrebbero acquistare la Groenlandia, che attualmente fa parte della Danimarca e ha ampi diritti di autonomia”. Oggi come allora, le autorità della Groenlandia e della Danimarca hanno respinto l’idea come ridicola.