Siria, dopo la fuga di Assad la Russia pensa a come difendere le sue basi militari
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Siria, dopo la fuga di Assad la Russia pensa a come difendere le sue basi militari

Il brutale dominio del regime di Assad sulla Siria, durato mezzo secolo, è giunto al termine con una sorprendente sconfitta inflitta dagli insorti dell'opposizione, che domenica hanno preso il controllo di Damasco dopo oltre 13 anni di guerra civile.

Siria, dopo la fuga di Assad la Russia pensa a come difendere le sue basi militari
Ribelli siriani festeggiano la caduta di Assad
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9 Dicembre 2024 - 16.19


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Il brutale dominio del regime di Assad sulla Siria, durato mezzo secolo, è giunto al termine con una sorprendente sconfitta inflitta dagli insorti dell’opposizione, che domenica hanno preso il controllo di Damasco dopo oltre 13 anni di guerra civile.

La Russia, uno dei principali alleati del regime di Assad, si sta ora affrettando a garantire la sicurezza delle sue basi militari in Siria, dichiarando che è “prematuro” discutere del futuro del Paese.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che “si sta facendo tutto il possibile” per affrontare le questioni di sicurezza, aggiungendo che l’esercito russo sta “adottando tutte le precauzioni necessarie”.

Un parlamentare russo ha avvertito che il regime di Putin risponderà duramente nel caso in cui le basi russe in Siria vengano attaccate.

Nel frattempo, Israele ha annunciato di aver colpito siti sospettati di essere depositi di armi chimiche in Siria per impedirne l’acquisizione da parte di attori ostili. “L’unico interesse che abbiamo è la sicurezza di Israele e dei suoi cittadini,” ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar.

Leggi anche:  Assad a Mosca con la famiglia: la Russia ha concesso l'asilo politico

Sul fronte siriano, i White Helmets stanno indagando su segnalazioni relative a prigionieri intrappolati in celle sotterranee segrete nella famigerata prigione di Saydnaya. Tuttavia, in un aggiornamento diffuso lunedì pomeriggio, il gruppo ha precisato che non ci sono “prove che confermino la presenza di detenuti diversi da quelli liberati ieri [domenica]”.

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