Artem, il ragazzo che non voleva combattere freddato con un colpo in testa dal suo ufficiale
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Artem, il ragazzo che non voleva combattere freddato con un colpo in testa dal suo ufficiale

Il 19enne coscritto Artem Antonov del Tatarstan è stato ucciso da un colpo accidentale di un fucile d'assalto Kalashnikov. In realtà è stato ucciso perchè non voleva combattere per la Russia

Artem, il ragazzo che non voleva combattere freddato con un colpo in testa dal suo ufficiale
Artem Antonov ucciso dal suo ufficiale perché non voleva combattere per la Russia
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7 Dicembre 2024 - 15.17


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Di lui rimane una bellissima foto: ritratto di spalle mentre sembra abbracciare il suo villaggio. La luce abbagliante sui suoi capelli biondi e sui tetti delle case spolverate di neve. Lui è – anzi era – Artem Antonov, aveva 19 anni. Tutto fa pensare che sia stato ucciso con un colpo alla testa dal suo ufficiale, solo perché viveva male una guerra che gli era stata imposta. A 19 anni, più che pensare alla propria morte e a quella di altri ragazzi indicati come nemici, avrebbe preferito pensare alla vita.

Il suo corpo senza vita, con un foro in testa e le tracce di ferite e percosse, ora torna al villaggio. Verkhny Uslon, il villaggio di Artem, nel Tatarstan, è situato su un promontorio della riva destra del Volga; di fronte c’è Kazan. Artem è morto per il suo “no” alla guerra, così come è successo a tanti altri in tante altre guerre.

Siamo al campo di addestramento Ilyinsky, nel distretto di Khanka, nel territorio di Primorsky. Secondo i primi verbali ufficiali, il 19enne coscritto Artem Antonov del Tatarstan è stato ucciso da un colpo accidentale di un fucile d’assalto Kalashnikov. Ma la storia non è così semplice e banale.

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La vicenda è stata ricostruita da “Important Stories”, che ha avuto accesso ai materiali del controllo pre-indagine. Il documento racconta che “durante l’addestramento al poligono di tiro – siamo al 21 ottobre – qualcuno, in violazione delle regole per l’uso delle armi, ha rimosso la mitragliatrice dalla sicura, l’ha puntata in direzione delle persone e ha sparato una raffica. Uno dei proiettili ha colpito Antonov alla testa, che è morto sul colpo”.

Secondo Important Stories, a sparare è stato un tenente del 394° Reggimento Fucilieri Motorizzati. I giornali non lo nominano. I parenti di Artem sono stati informati della sua morte due giorni dopo, solo il 23 ottobre. Non credono alla versione ufficiale approntata in quelle 48 ore di silenzio. Per loro, Artem è stato ucciso per essersi rifiutato di firmare un nuovo contratto e di andare in zona di guerra. “Siamo sicuri. Artem aveva confidato che lui e tanti altri, per questo, erano sotto pressione”, dichiarano i familiari.

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Artem era stato inviato all’unità militare 25573 il 30 settembre “con un’ulteriore partenza per il 30° Battaglione Fucilieri per sostituire i battaglioni che coprivano il confine di stato”. Secondo Important Stories, il giovane coscritto sarebbe stato poi trasferito nella regione di Kursk. Alla famiglia, Artem aveva raccontato di essere stato messo in servizio per otto giorni consecutivi, senza ricevere le cure mediche che aveva richiesto. Al contrario, era stato anche picchiato con spranghe di ferro sulle braccia e sul collo.

Sui social network, un parente di Antonov ha scritto che Artem era stato costretto a firmare un contratto sotto la minaccia di uno sparo in testa. In effetti, sul corpo del coscritto, quando è stato consegnato alla famiglia, oltre al foro di proiettile sulla fronte, erano presenti diversi lividi.

Il fratello di Artem riferisce che è stato aperto un procedimento penale e che il presunto responsabile dell’esecuzione è stato sospeso dal servizio.

Nell’attesa che sia fatta giustizia e che l’odiata guerra finisca per tutti, Artem riposa sulla collina. La neve si posa lieve sulla terra che gli ha dato rifugio. Lui questa maledetta guerra non la voleva fare, e ora non la farà più.

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