Il piano di Donald Trump per nominare il generale statunitense in pensione Keith Kellogg come inviato speciale per Ucraina e Russia ha suscitato interesse verso un documento di politica estera che egli ha co-redatto, proponendo strategie controverse per porre fine al conflitto.
Il documento, intitolato “America First, Russia & Ukraine”, è stato presentato a Trump lo scorso aprile ed è stato scritto da Kellogg e dall’ex analista della CIA Fred Fleitz. Entrambi hanno ricoperto il ruolo di capi di gabinetto nel Consiglio di Sicurezza Nazionale durante la presidenza Trump, dal 2017 al 2021.
La proposta prevede di sospendere ulteriori forniture di armi statunitensi a Kyiv qualora non avvii negoziati di pace con Mosca. Tuttavia, avverte che, in caso di rifiuto da parte di Mosca a negoziare, il sostegno militare degli Stati Uniti all’Ucraina verrebbe incrementato.
Critiche alla politica di Biden
Il documento attribuisce alla politica estera “incoerente e poco seria” di Joe Biden la responsabilità del conflitto, citando il “ritiro precipitoso” degli Stati Uniti dall’Afghanistan, la presunta antagonizzazione di alleati come Israele e Arabia Saudita, e una politica verso la Cina definita “debole e confusa”.
Accusa inoltre l’amministrazione Biden di mettere “le agende idealistiche dell’élite globale” davanti a un rapporto funzionale con la Russia, adottando una politica “ostile” che avrebbe trasformato Mosca in un nemico degli Stati Uniti e l’avrebbe spinta verso un’alleanza con Cina, Iran e Corea del Nord.
Una diversa strategia
Kellogg e Fleitz criticano l’approccio adottato dagli Stati Uniti alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, sostenendo che minacciare Putin con sanzioni “senza precedenti” fosse meno efficace di negoziare per ridurre le tensioni.
Nel documento si legge:
“Un approccio basato su America First avrebbe potuto prevenire l’invasione.”
Trump, secondo quanto riferito, avrebbe accolto favorevolmente il piano, che propone un equilibrio tra diplomazia e pressioni militari per concludere il conflitto e proteggere gli interessi strategici degli Stati Uniti.
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