Il timore per il ruolo dell’Unione Europea, i dubbi sugli scenari di guerra in corso, ma anche i sospetti reciproci fra le forze politiche interne al fronte progressista. E infatti i grillini (a volte sembra siano rimasti tali) descrivono il golpista mancato come se fosse un mezzo Gandhi.
La vittoria di Donald Trump alle elezioni americane riaccende gli animi di un centrosinistra pacificato dall’imminenza del `secondo tempo´ delle elezioni regionali, dopo la sconfitta in Liguria.
Ma, soprattutto, fa riaffiorare le distanze in seno alle opposizioni sull’invio di armi all’Ucraina e, più in generale, sulla linea da tenere rispetto ai conflitti internazionali.
Per il M5s, ad esempio, la vittoria del tycoon rappresenta una bocciatura della linea filo-bellicista tenuta da un certo mondo liberale e progressista.
«La vittoria netta di Trump aprirà una riflessione nelle forze politiche europee. È innanzitutto una lezione per tutti i finti progressisti liberisti e globalisti che hanno ammainato la bandiera della pace per sposare ogni spinta guerrafondaia», osservano i Cinque Stelle a Bruxelles.
Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, porge gli auguri di rito al prossimo inquilino della Casa Bianca aggiungendo l’auspicio che il suo insediamento possa portare a una svolta per la pace, in Medio Oriente come in Ucraina.
«Auguri di buon lavoro a Donald Trump, 47esimo Presidente degli Stati Uniti, in virtù di una vittoria netta, estesa anche al voto popolare. Le sfide che attendono gli Stati Uniti sono molteplici e ci riguardano tutti: fermare le guerre in corso, contrastare con la massima fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario, aprirsi a una visione multipolare dei nuovi equilibri geo-politici, puntare a regole eque per il commercio internazionale evitando la spirale protezionistica dei dazi e contro-dazi».
Una linea che Italia Viva derubrica a barzelletta: «Gli americani hanno scelto Trump pensando all’economia come fanno sempre. Tutti i sondaggisti dicono che non ha inciso la geopolitica. Per cui sostenere come fa Conte che Trump ha vinto per la pace nel mondo è una barzelletta», commenta Maria Elena Boschi.
Per Matteo Renzi, «Donald Trump ha vinto in modo netto le elezioni americane e sarà il 47 Presidente degli Stati Uniti. Ci sono tante riflessioni che il mondo politico può e deve fare su questo chiaro responso delle urne, ma il primo dovere morale e civile è riconoscere il risultato con le congratulazioni al vincitore e l’onore delle armi alla sconfitta Kamala Harris».
Alle riflessioni sulla vittoria di Trump, Renzi aggiunge l’auspicio che «per l’Europa questo sia il momento della sveglia».
Sulle ricadute che la vittoria di Trump avrà sull’Europa si sofferma anche Riccardo Magi.
Senza appello il giudizio di Riccardo Magi. Per il segretario di Più Europa il quadro è fosco: «La vittoria rischia di essere una sciagura per l’Europa, che potrebbe trovarsi da sola a dover affrontare l’invasione di Putin in Ucraina, la questione mediorientale, il surriscaldamento globale, una crisi industriale senza precedenti, la conversione ecologica, la competizione cinese».
Insomma, per Magi «è il momento della verità: o l’Europa diventa una vera Unione o precipiterà all’indietro».
Analisi condivisa con Stefano Bonaccini: «Per l’Europa si aprono scenari di grande incertezza, di fronte ad una nuova autarchia americana, con Trump che ci ha indicato come avversari».
Per il presidente del Pd, occorre «che ci si svegli, comprendendo che serve un’Europa con politiche economiche, fiscali, sociali e di difesa comuni», aggiunge.
Carlo Calenda, segretario di Azione, sottolinea che «l’Europa, se vuole esistere ancora nell’era Trump, deve fare un salto di qualità immediato. Trump proverà a danneggiarci non solo indebolendo la posizione verso la Russia, scardinando la NATO e imponendo i dazi, ma anche costruendo alleanze con le personalità – Orban in primis – che non vogliono un’Europa più forte. Siamo soli e siamo divisi».
Preoccupati per la tenuta dei diritti civili e sociali è L’Alleanza Verdi e Sinistra che, con Nicola Fratoianni, definisce quella di oggi «una brutta giornata».
Con la vittoria di Trump vengono avanti degli Stati Uniti d’America con meno diritti e meno libertà, un’America contro le donne, le minoranze e i giovani. Vince il negazionismo di fronte alla crisi climatica».
Per Bonelli «non c’è nulla di cui congratularsi: Trump lavorerà per costruire un’internazionale sovranista volta a demolire l’Europa e i diritti sociali, civili e ambientali».