15 giorni al Voto, è iniziato il conto alla rovescia per le Elezioni Presidenziali degli Stati Uniti d’America, i candidati Kamala Harris e Donald Trump. Per quanto il provincialismo imperi soprattutto in Europa, queste elezioni potrebbero essere un fatto epocale, anzi senza il condizionale saranno un fattore determinante per gli assetti mondiali.
Si vota già da un po’ perché il sistema americano lo permette, sembra, infatti, che in alcuni Stati abbia già votato la maggioranza degli elettori, in molti luoghi come prevede la legge ci sono delle grandi urne elettorali dove è possibile inserire il plico elettorale e votare. Sui cartelli di pubblicità elettorale c’è scritto vota ora o vota entro il 5 novembre.
Davanti ai giardini, alle porte, sui balconi, insieme alle decorazioni mostruose e macabre di Halloween ci sono i cartelli o le bandiere, da dove vi scrivo in Orange County, California, per adesso vincono i cartelli con Harris Waltz, ma siamo in uno stato a maggioranza democratica quindi è quasi scontato. Ma va precisato per dovere di cronaca, che non si elegge solo il Presidente, si elegge il Congresso, i consigli comunali, procuratori generali, segretari di Stato e in uno Stato, in Texas si elegge anche il Commissario per le Ferrovie (ma si occuperà di fonti energetiche ma non di treni).
Una campagna elettorale che si è infuocata dopo il dibattito, unico dibattito tra i due candidati, con attentati falliti a Trump e toni accesi da parte dei Dem. Ieri Kamala Harris ha compiuto 60 anni e ad intonare “Happy Birthday” durante un suo intervento in Georgia (Stato complicato e fondamentale per le elezioni) è stato il grande Stevie Wonder. Mentre Trump, ha indossato il grembiule di McDonald’s e ha fritto patatine per far capire all’elettorato che non è solo un tycoon (?). Per Trump, Elon Musk, il fenomeno, paga 100 dollari a chi firma la petizione pro-Trump e mette in palio un milione di dollari per una lotteria a sostegno di Trump. Dall’altro Kamala Harris, per molti solo Kamala, non ha perso un’intervista televisiva ed ha ricevuto il celebrity endorsement (l’appoggio, il sostegno) di Taylor Swift, Eminem, Bruce Springsteen, Stevie Wonder, Cher, Whoopi Goldberg, Billie Eilish, Spike Lee, George Clooney, e moltissimi altri, la lista è davvero lunga. Ma serviranno i soldi di Musk e le Celebrity endorsement?
Il New York Times ha scritto che:” la campagna di Kamala Harris ha stabilito il record per la raccolta fondi più alta di sempre questo trimestre, raccogliendo 1 miliardo di dollari sino 30 settembre. La campagna della vicepresidente e i comitati di partito hanno raccolto oltre 359 milioni di dollari solo il mese scorso rispetto ai 160 milioni di dollari dichiarati dalla campagna di Donald Trump. La campagna di Harris ha surclassato quella del rivale anche per i fondi spesi in settembre: 270 milioni contro i 78 del tycoon. Kamala ha stravinto anche sul fronte dei piccoli donatori, da cui ha raccolto 220 milioni contro i 63 dell’ex presidente. La vicepresidente è entrata nel mese di ottobre con 346 milioni in contanti disponibili in banca, mentre Trump può contare su 283 milioni”.
In America l’endorsement di Taylor Swift ha portato sul sito Vote.org, per l’iscrizione al voto 400.000 persone. In Georgia, nonostante l’uragano Helene, si è registrato un record di votanti. Queste elezioni potrebbero essere un forte catalizzatore per chi non ha mai votato o è rimasto indifferente nelle passate elezioni. Quindi un successo per l’astensionismo dilagante e per il sistema americano che prevede per votare, l’iscrizione. Ogni volta che accendo il computer mi compaiono inviti alla registrazione e direi che è un dato importante, che non sappiamo, però, ancora chi premierà.
La storia di queste elezioni sarà comunque un punto di svolta, potrebbe ritornare uno dei personaggi più controversi e chiacchierati della storia americana o essere eletta la prima donna Presidente. Comunque andrà sarà un evento che avrà ripercussioni sul mondo.
Il voto dei giovani e delle donne potrebbero essere la chiave di volta ..ne parleremo …
“Così come non vorrei essere uno schiavo, così non vorrei essere un padrone. Questo esprime la mia idea di democrazia.” Abraham Lincoln- XVI Presidente degli Stati Uniti