Il rischio di una guerra regionale, Durante i cortei funebri per il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, alcuni esponenti politici della Repubblica islamica hanno reiterato gli appelli alla vendetta contro Israele, ritenuto responsabile dell’attacco missilistico che lo ha ucciso mentre era in visita nella capitale iraniana.
Il leader supremo ayatollah Ali Khamenei, ha pregato per Haniyeh prima della sua sepoltura in Qatar, dopo aver minacciato in precedenza una «dura punizione» per la sua uccisione; nel centro di Teheran, una folla in lutto di migliaia di persone ha esposto foto del «martire» Haniyeh e bandiere palestinesi. Una cerimonia si è tenuta all’Università di Teheran, da dove è poi partito un corteo. Intanto, l’Iran ha deciso la chiusura del suo spazio aereo.
La morte di Haniyeh, ucciso con la sua guardia del corpo in un attacco la notte fra martedì e mercoledì nel loro alloggio a Teheran, dove aveva partecipato al giuramento del nuovo presidente Masoud Pezeshkian, è avvenuta poche ore dopo un altro attacco mortale, quello che nella capitale libanese ha ucciso il comandante di Hezbollah Fuad Shukr. In questo caso, Israele ha rivendicato la responsabilità dell’attacco mentre non ha commentato quello su Teheran.
Al funerale del leader di Hamas hanno partecipato il presidente Pezeshkian e il capo del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, generale Hossein Salami. Khalil al-Hayya, capo delle relazioni estere del movimento, ha promesso durante la cerimonia funebre che «lo slogan di Ismail Haniyeh, `Non riconosceremo Israele´, rimarrà uno slogan immortale» e che «perseguiremo Israele finché non sarà sradicato dalla terra di Palestina».
Il portavoce parlamentare conservatore iraniano Mohammad Bagher Ghalibaf ha detto che l’Iran «eseguirà sicuramente l’ordine del leader supremo di vendicare Haniyeh: è nostro dovere rispondere al momento giusto e nel posto giusto», ha detto in un discorso davanti alla folla che cantava «Morte a Israele, Morte all’America!».
Khamenei, che ha l’ultima parola negli affari politici dell’Iran, ha detto dopo la morte di Haniyeh che era «nostro dovere cercare vendetta per il suo sangue mentre veniva martirizzato nel territorio della Repubblica islamica dell’Iran».
Le preoccupazioni internazionali per un aumento della tensione e l’allargamento del conflitto in Medio Oriente hanno portato molti leader a chiedere lo «stop» all’escalation: ultimo in ordine di tempo è l’appello del capo della diplomazia Usa Antony Blinken che ha chiesto a «tutte le parti» di impegnarsi per il cessate il fuoco, mentre il suo omologo turco Hakan Fidan ha detto da Ankara che l’omicidio di Haniyeh ha ucciso anche tutte le speranze di pace.