Le Pen ha perso ma restano i problemi che hanno portato l'estrema destra alle porte del potere


Se RN non ha la maggioranza assoluta nessuno ce l'ha. È quindi presuntuoso affermare che i francesi vogliono vedere attuato il programma del Fronte Popolare o chiedere l'abrogazione della riforma delle pensioni. 

Le Pen ha perso ma restano i problemi che hanno portato l'estrema destra alle porte del potere
Il coordinatore de La France insoumise Manuel Bompard f
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8 Luglio 2024 - 21.56


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di Beatrice Sarzi Amade

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Far finta di niente è un grosso errore. Restano i problemi che hanno portato l’estrema destra alle porte del potere e far finta che la colpa sia solo del centro e il liberalismo, è surreale e cieco. Comunque, se la RN non ha la maggioranza assoluta (e per fortuna), nessuno ce l’ha. È quindi altrettanto falso e presuntuoso affermare che i francesi vogliono vedere attuato il programma del Fronte Popolare o chiedere l’abrogazione della riforma delle pensioni. 

Meno di un terzo dei francesi lo vogliono solo. Perché alla fine, il NFP è meno di un terzo, Insieme è meno di un terzo, e il RN è meno di un terzo. Il saldo è integrato da repubblicani e sinistri vari, che però, anche alleati con Ensemble, non otterrebbero la maggioranza assoluta. Così come i repubblicani e i repubblicani non lo capirebbero.

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Mélenchon è stato ovviamente il primo ad entrare nella trappola a piedi scalzi sognando ad alta voce una Grand Soir che il risultato delle urne non giustifica assolutamente. Parlare come se fosse in maggioranza quando, a quest’ora, il nuovo Fronte Popolare ha meno eletti del Rinascimento e l’Assemblea non-ciotista LR – e che in particolare LFI ha perso parlamentari – è “lunare”. Mélenchon è un succo di pera. 

Le affermazioni di Fauré sono state più misurate, ma non meno aggravate sullo sfondo, poiché l’NFP nel suo complesso ha vinto non più di 10 o 20 seggi nell’assemblea precedente. Hollande sembrava un po’ più realista e solo a sinistra stava davvero prendendo il polso della Francia e della situazione.

Certo, bisogna aspettare i risultati finali, ma quello che esce da queste elezioni è più come un autorizzazione dell’assemblea nazionale. La sinistra vince appena una dozzina di seggi, se includiamo i vari sinistri, ma è soprattutto il PS che li vince, a spese della FI, quindi una destra di sinistra. Il centro perde dalla sua parte circa 50 posti, i repubblicani restano stabili ed è il RN che vince i seggi.

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La situazione è abbastanza chiara:  o i partiti imparano ad andare d’accordo, come coalizione, o non succederà nulla per un anno. D’altra parte, ogni denuncia della RN sulla cosiddetta truffa che rappresenterebbe il fronte repubblicano va respinta, perché è in funzione di un secondo round che consiste nel permettere ai francesi di raggrupparsi sull’essenziale, a favore o contro un progetto. Da parte sua, la sinistra, come il centro e i repubblicani, devono capire che devono la loro elezione contro la RN a molti elettori che non sono dalla loro parte.

L’estrema destra e la sinistra hanno parlato troppo velocemente: i francesi vogliono una Repubblica PARLAMENTARE e DEMOCRATICA, in cui servirà consenso, cioè misure negoziate piuttosto che imposte. Nessun campo può pretendere di entrare in forza e soprattutto non gli estremi e va benissimo così.

Se ci credete stamattina ai risultati, non ai media, ma al Ministero dell’Interno, il gruppo che esce in cima al 2° turno è… Rinascimento è l’alleanza macronista con 148 seggi (163 con i Centristi e l’Orizzonte) contro 252 nel 2022 e 368 nel 2017. 

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Una discesa spettacolare, ma non ancora una discesa all’inferno, tanto che si vedevano alcune varie destre e varie sinistre radunare il campo centrista cui oggettivamente appartengono e grazie ai quali sono stati eletti. Cosa, però, ancora, non una maggioranza, impensabile senza alleanza, cioè senza coalizione, sia formalizzata da un accordo di governo.

Lo stesso vale per gli altri gruppi: molto chiaramente, nessuno ha la maggioranza, i francesi hanno costruito un Assemblea che dovrà – finalmente – reimparare le regole del parlamentarismo, come nella maggior parte delle democrazie del mondo e come è avvenuto nella III e la IV Repubblica. In qualche modo – e forse involontariamente, o no – il Re Sole e il “contemporaneo”, hanno posto fine al monarchismo francese, ereditato dal Gaullismo, per tornare alle fonti della democrazia. Era ora.

La sinistra si sta restringendo, lentamente ma sicura: 61 seggi nel 2017, 131 nel 2022 e 146 nel 2024. Da aggiungere (o no… ) i venti seggi dei vari sinistri e regionalisti.

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La RN procede costantemente e il pericolo è tutto tranne che chiaro, con 10 seggi rispettivamente nel 2017, 90 nel 2022 e 104 nel 2024. La Destra Repubblicana morde le polveri, ma resiste, con 38 seggi (+25 destra diversificata) contro 112 (+6) nel 2017 e 61 (+10) nel 2022. Da notare che i repubblicani e i vari destri che si sono salvati le poltrone spesso lo facevano grazie al ritiro a favore dei macronisti e talvolta dal 1° turno. 

Dato che, anche aggiungendo repubblicani e vari di destra ai macronisti, non abbiamo ancora la maggioranza assoluta. La sinistra da sola sarà altrettanto impotente, per non parlare dell’estrema destra, anche con il rinforzo, improbabile, dei repubblicani. 

Quindi c’è una sola soluzione efficace e rispettosa alla scelta francese possibile: una grande coalizione che va dalla sinistra repubblicana a Horizon, o anche ad alcuni repubblicani. Questo esclude chiaramente il FI melenconista che, alla fine del voto, ha chiamato tra le righe una forma di rivoluzione.

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Questa coalizione dovrebbe essere costruita sulla base di un’agenda socialmente dominante (per esempio un aumento dello SMIC, o una riduzione dei costi del riscaldamento, o perché no il reddito universale, o un forte aumento dell’IVA sui prodotti di lusso), ma sicuramente non l’intera agenda del Fronte Popolare, riconoscendo, nel suo lavoro, che la creazione di ricchezza è un precursore della loro redistribuzione. 

E così riconoscere – almeno in grandi linee – il lavoro svolto dagli ultimi governi, per riorientare nettamente verso qualcosa di più sociale, ma non demagogico. 

QUESTO è IL DESIDERIO FRANCESE. 

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Potrebbe volerci un po’ di tempo prima che i politici lo capiscano, ammettano e attuino. 

Mélenchon farebbe di tutto per fermarlo.

Il chiarimento voluto dal Presidente Macron ha portato al crollo del panorama politico.

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Cosa significa: d’ora in poi per governare devi imparare a pensare anche contro te stesso, questa è l’arte del compremesso e delle coalizioni.

In altre parole, l’ opposto di una certa cultura francese, plasmata da secoli, e la Costituzione della V Repubblica, scritta da un solo uomo nello spirito del potere esecutivo assoluto. Da qui, due imperativi che impongono ad una Francia “connessa” nel XXI secolo: cambiamento di “ software mentale” ed uscita dalla schiavitù.

Nulla al caso, Putin nel mentre intensifica il “SUO” massacro di ucraini.

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Più di 40 missili sono stati lanciati la scorsa notte in diverse città dell’ Ucraina, compresa la capitale. Tra gli obiettivi, un ospedale pediatrico. Gli scioperi russi su Kiev hanno ucciso 10 persone e 31 feriti, ovviamente tutto da verificare sui numeri.

Il tempismo non è un caso: il giorno dopo la visita di Orban vs Meloni, a Mosca, nel cuore della notte post-elettorale in Francia e il giorno prima del vertice NATO. 

COMUNQUE OGGI RISUONA OVUNQUE UN SOLO MOTTO: “SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI”, ora tocca a Voi

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