Netanyahu invita Gantz a restare nel governo di coalizione israeliano varato dopo il 7 ottobre

  Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al leader dell'opposizione Benny Gantz di riconsiderare la sua decisione di lasciare il governo di coalizione

Netanyahu invita Gantz a restare nel governo di coalizione israeliano varato dopo il 7 ottobre
Netanyahu, Gantz e Gallant
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10 Giugno 2024 - 12.57


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  Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al leader dell’opposizione Benny Gantz di riconsiderare la sua decisione di lasciare il governo di coalizione che era stato formato immediatamente dopo gli attacchi sferrati contro Israele dall’organizzazione islamista Hamas il 7 ottobre scorso.

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 «Israele è’ impegnato in una guerra esistenziale su diversi fronti. Benny, questo non e’ il momento di abbandonare la campagna. Questo e’ il momento di unire le forze», ha scritto Netanyahu sul proprio profilo X (Twitter), mentre Gantz annunciava la sua decisione di dimettersi dal gabinetto di guerra. Netanyahu ha ribadito anche la propria determinazione a proseguire nella guerra contro Hamas nonostante l’abbandono del leader centrista. «Cittadini di Israele, continueremo fino alla vittoria e al raggiungimento di tutti gli obiettivi della guerra, principalmente la liberazione di tutti i nostri ostaggi e l’eliminazione di Hamas», ha scritto Netanyahu. «La mia porta rimarra’ aperta a qualsiasi partito sionista che sia pronto (…) ad assisterci nel portare la vittoria sui nostri nemici e garantire la sicurezza dei nostri cittadini»

Gantz, ex ministro della Difesa ed ex capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, ha rivolto negli ultimi mesi critiche sempre maggiori nei confronti del governo guidato da Netanyahu, e aveva minacciato di dimettersi dal suo incarico tre settimane fa se il governo di Netanyahu non avesse adottato un nuovo piano per la fine della guerra a Gaza entro l’8 giugno. Ieri Gantz ha annunciato la decisione di lasciare il governo, affermando che le decisioni del primo ministro stanno rendendo «la vittoria totale impossibile», e sostenendo che la liberazione degli ostaggi dovrebbe avere la priorità su qualunque calcolo di sopravvivenza politica. 

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