Un caso Navalny ma nel Medio Oriente. Un medico palestinese è morto in una prigione israeliana dopo più di quattro mesi di detenzione: lo hanno detto giovedì due associazioni di prigionieri palestinesi, accusando Israele della sua morte.
Secondo Reuters, le associazioni hanno affermato in una dichiarazione congiunta che Adnan al-Bursh, capo del reparto di ortopedia dell’ospedale al-Shifa, la più grande struttura medica di Gaza, era stato arrestato dalle forze israeliane mentre lavorava temporaneamente all’ospedale al-Awada nel nord di Gaza.
Hanno definito la sua morte un “assassinio” e hanno detto che il suo corpo è rimasto sotto la custodia israeliana.
Reuters riferisce che il servizio carcerario israeliano ha rilasciato una dichiarazione il 19 aprile, affermando che un prigioniero detenuto per motivi di sicurezza nazionale era morto nella prigione di Ofer, ma non ha fornito dettagli sulla causa della morte. Un portavoce del servizio carcerario ha confermato a Reuters che la dichiarazione si riferiva a Bursch e che sull’episodio era in corso una indagine.
Gruppi medici, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno ripetutamente chiesto di fermare gli attacchi contro gli operatori sanitari di Gaza, con oltre 200 morti finora nel conflitto di Gaza, secondo una stima di Insecurity Insight, un gruppo di ricerca che raccoglie e analizza dati sugli attacchi agli operatori umanitari in tutto il mondo.
Il ministero della Sanità palestinese ha dichiarato in un comunicato che la morte di Bursh ha portato a 496 il numero degli operatori del settore medico uccisi da Israele dal 7 ottobre. Ha aggiunto che altri 1.500 sono rimasti feriti mentre 309 sono stati arrestati.
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