Musk entra nell'inchiesta sulle 'milizie digitali' di Bolsonaro che diffondevano fake news
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Musk entra nell'inchiesta sulle 'milizie digitali' di Bolsonaro che diffondevano fake news

Elon Musk è coinvolto nell'indagine sulle "milizie digitali", relazionate ai profili associati a Jair Bolsonaro, accusati di diffondere notizie false online.

Musk entra nell'inchiesta sulle 'milizie digitali' di Bolsonaro che diffondevano fake news
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8 Aprile 2024 - 23.19


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Elon Musk è coinvolto nell’indagine sulle “milizie digitali”, relazionate ai profili associati a Jair Bolsonaro, accusati di diffondere notizie false online. Il giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes, ha preso azioni dopo che il miliardario sudafricano minacciò di riattivare gli account bloccati su X (ex Twitter), di sua proprietà.

La sua piattaforma rischia di essere oscurata in Brasile se continueranno le violazioni delle disposizioni giudiziarie.

«La condotta di X costituisce, in linea teorica, non solo un abuso di potere economico, cercando di incidere illegalmente sull’opinione pubblica, ma anche una palese istigazione a mantenere diverse condotte criminali praticate dalle milizie digitali, con l’aggravante dei rischi per l’incolumità dei membri della Corte suprema, come si può facilmente evincere dai vari messaggi di odio postati a sostegno di quelli di Musk», si legge nelle sette pagine del provvedimento.

A gettare il guanto di sfida era stato il magnate, che con una serie di post al vetriolo ha sostenuto che Moraes commette «censura» e ne ha chiesto le dimissioni o l’impeachment. Il togato a sua volta ha accusato Musk di «strumentalizzazione criminale» dei social ed ha ordinato una multa equivalente a circa 20.000 dollari per ogni account riattivato. «I social network non sono un territorio senza leggi», è scritto nell’ordinanza.

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«Questo giudice ha sfacciatamente e ripetutamente tradito la Costituzione e il popolo del Brasile», aveva scritto nei giorni scorsi il capo di Tesla e SpaceX, innescando la miccia. Il tutto dopo la scoperta dei Twitter Files Brazil, un rapporto pubblicato dal giornalista Usa Michael Shellenberger secondo cui Moraes «ha chiesto illegalmente a Twitter di rivelare informazioni private sugli utenti che hanno utilizzato hashtag da lui ritenuti inappropriati».

In base ai documenti, il giudice (uno degli undici componenti della Corte suprema brasiliana, nonché attuale presidente del Tribunale superiore elettorale) avrebbe fatto cancellare i post persino di parlamentari brasiliani, accanendosi in particolare contro i simpatizzanti di Bolsonaro.

Quest’ultimo ha subito elogiato Musk, definendolo un «mito della libertà». «La nostra libertà oggi, gran parte di essa, è nelle sue mani», ha aggiunto l’ex capo dello Stato, indagato proprio da Moraes per presunto tentativo di golpe. Sfruttando l’eco degli attacchi al giudice suo arcirivale, Bolsonaro ha poi convocato una nuova manifestazione dei suoi per il 21 aprile sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro, sperando di doppiare il successo di quella svoltasi il 25 febbraio a San Paolo. Mentre ad alcuni osservatori non è sfuggito come l’offensiva di Musk sembri cavalcare la riscossa del bolsonarismo e delle destre in generale, anche in concomitanza di un possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. 

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