Il leader degli Hezbollah libanesi, Hassan Nasrallah, ritiene “inevitabile” la risposta dell’Iran all’attacco attribuito a Israele contro il consolato iraniano a Damasco.
In un discorso televisivo l’esponente sciita ha detto che il suo potente movimento, che ha avuto scontri a fuoco con Israele per quasi sei mesi, non ha ancora usato le sue armi “principali” nella battaglia.
“Siate certi che la risposta iraniana all’attacco al consolato di Damasco sarà inevitabile”, ha dichiarato Hassan Nasrallah.
“Non siamo tenuti a chiedere dove, come, quando e quale sarà la portata della risposta”, ha aggiunto, ritenendo che la decisione spetti a Teheran. “Che nessuno abbia fretta”, ha detto ancora.
Sette soldati iraniani, tra cui due ufficiali di alto rango, sono stati uccisi lunedì nell’attacco al consolato iraniano a Damasco, insieme a un combattente di Hezbollah. L’Iran ha immediatamente accusato Israele, che non ha confermato la propria responsabilità.
Secondo il leader del partito filo-iraniano, l’attacco al consolato costituisce “un punto di svolta” dopo la guerra in corso nella Striscia di Gaza da quasi sei mesi tra Israele e Hamas.
La guerra è stata scatenata dall’attacco senza precedenti del movimento islamico palestinese Hamas sul suolo israeliano il 7 ottobre.
Da allora, Hezbollah ha effettuato attacchi quotidiani contro Israele dal sud del Libano per sostenere il suo alleato palestinese e Israele sta reagendo, sollevando timori di un’estensione del conflitto.
Hezbollah “non teme la guerra ed è pienamente preparato a qualsiasi guerra” contro Israele, ha avvertito Hassan Nasrallah nel suo discorso in occasione dell’Al-Quds Day (Gerusalemme), che si tiene ogni ultimo venerdì di Ramadan in solidarietà con i palestinesi e contro Israele.
“Non abbiamo ancora impiegato le nostre armi principali, né portato in campo le nostre forze principali” nella battaglia, ha avvertito, aggiungendo che “Israele si pentirà di qualsiasi guerra lanciata contro il Libano”.
Hassan Nasrallah ha ripetuto che Hezbollah fermerà i suoi attacchi quando la guerra “cesserà a Gaza”, escludendo la possibilità di un accordo che diversi emissari occidentali stanno cercando di negoziare per porre fine alle violenze tra il movimento islamista libanese e Israele.
Secondo un conteggio dell’AFP, almeno 355 persone sono state uccise in Libano, tra cui 234 combattenti di Hezbollah ma anche almeno 68 civili, in scontri a fuoco al confine per quasi sei mesi. La formazione filo-iraniana ha ammesso la morte di due dei suoi combattenti venerdì.
Secondo l’esercito, nel nord di Israele, al confine con il Libano meridionale, sono stati uccisi dieci soldati e otto civili.