Trump si salva in extremis: in appello la multa scende da 545 a 175 milioni di dollari
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Trump si salva in extremis: in appello la multa scende da 545 a 175 milioni di dollari

L'ordinanza ridimensiona anche il pronunciamento del giudice di primo grado, Arthur Engoron, riguardo alla sospensione di due anni per Trump e i suoi due figli maggiori, Donald Jr, e Eric, dalle cariche societarie nella Trump Organization.

Trump si salva in extremis: in appello la multa scende da 545 a 175 milioni di dollari
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25 Marzo 2024 - 18.06


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Si salvato in extremist: La corte d’appello di New York ha accettato di tagliare l’importo della multa che Donald Trump dovrà pagare per la truffa degli asset gonfiati.

Il pagamento della multa pari a 454 milioni di dollari più gli interessi, un totale di circa 545 milioni, è stato ridotto a 175 milioni. Al tycoon sono stati concessi 10 giorni per pagarla.


Trump: “Rispetteremo la decisione dei giudici”

 La decisione del tribunale giunge dopo che i legali del tycoon hanno ammesso l’impossibilità del pagamento da 464 milioni, a causa della mancanza di fondi sufficienti nelle casse dell’ex presidente. “Rispetteremo la decisione della corte d’Appello e presenteremo una cauzione, titoli equivalenti o contanti”, ha annunciato Trump.

L’ordinanza ridimensiona anche il pronunciamento del giudice di primo grado, Arthur Engoron, riguardo alla sospensione di due anni per Trump e i suoi due figli maggiori, Donald Jr, e Eric, dalle cariche societarie nella Trump Organization. Il tycoon e i suoi due figli potranno continuare a ricoprire cariche societarie a New York, anche se rimane in essere la figura del commissario esterno, stabilita dal giudice Engoron.

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Processo Trump per il caso pornostar inizia il 15 aprile

 Intanto il giudice di New York Juan Merchan, confermando la data già ipotizzata dopo un primo rinvio, ha ufficializzato che comincerà il 15 aprile il processo a Donald Trump per l’accusa di aver pagato illegalmente la pornostar Stormy Daniels e l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal perché non rivelassero durante la sua precedente campagna elettorale le relazioni che aveva avuto con loro. 

Trump: “I giudici non vogliono che io faccia campagna elettorale”

 Dura la reazione di Donald Trump. “I giudici corrotti non vogliono che faccia la campagna elettorale”, ha fatto sapere, annunciando che ricorrerà in appello. L’imbarazzante caso della pornostar sarà il primo processo penale che Trump dovrà affrontare durante la campagna elettorale, anche se viene ritenuto il meno rischioso dei quattro pendenti, sia politicamente sia in termini di potenziale condanna in carcere (rara per un incensurato per la falsificazione di documenti contabili). Ma nel caso fosse ritenuto colpevole e venisse eletto presidente, non potrà concedersi la grazia, trattandosi di reati statali.

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