Ue contro Israele: "La confisca delle terre occupate viola il diritto internazionale"
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Ue contro Israele: "La confisca delle terre occupate viola il diritto internazionale"

Lo scrive su X l'Alto rappresentante Ue Joesp Borrell. «Tali azioni illegali servono solo ad alimentare le tensioni e a minare la sicurezza di Israele, a cui l'Unione europea è impegnata»

Ue contro Israele: "La confisca delle terre occupate viola il diritto internazionale"
Cisgiordania
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24 Marzo 2024 - 23.05


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La confisca delle terre occupate viola il diritto internazionale. L’Ue non riconoscerà le modifiche ai confini del 1967, inclusa Gerusalemme, se non concordato dalle parti».

Lo scrive su X l’Alto rappresentante Ue Joesp Borrell. «Tali azioni illegali servono solo ad alimentare le tensioni e a minare la sicurezza di Israele, a cui l’Unione europea è impegnata», aggiunge il politico spagnolo.

Israele confisca 800 ettari di territorio palestinese

L’Unione europea ha condanna il fatto che il governo israeliano abbia dichiarato demaniali 800 ettari di territorio nella Valle del Giordano, nel territorio palestinese della Cisgiordania occupata, quella che è «la più grande confisca» di terre dagli Accordi di Oslo del 1993. Lo ha detto, a nome dei Paesi Ue, il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (il corpo diplomatico dei Ventisette), Peter Stano, in una nota.

Con la dichiarazione di quegli 800 ettari come terre statali, resa pubblica questo venerdì, Israele non considera più queste terre come proprietà privata dei palestinesi e impedisce loro di utilizzarle, dal momento che lo Stato le affitta agli israeliani solo per espandere i loro insediamenti.

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L’Ue sottolinea che gli insediamenti «costituiscono una grave violazione del diritto internazionale umanitario» e ritiene che l’espansione di queste colonie «alimenti le tensioni e mina le prospettive di una soluzione a due Stati» per Israele e Palestina.

Gli 800 ettari dichiarati terra demaniale si trovano in un’area tradizionalmente popolata da agricoltori palestinesi, ma che Israele vuole annettere al vicino insediamento di Yafit.

L’ong israeliana Peace Now, che documenta la colonizzazione nei territori palestinesi occupati da Israele dal 1967, assicura che in questo inizio 2024, quando sono passati appena quattro mesi, si è già registrato il record di estensione delle terre dichiarate statali.

È un’operazione sponsorizzata dal governo di Benjamin Netanyahu, sostenuto dall’estrema destra, e promossa dal ministro delle Finanze, il colono di estrema destra Bezalel Smotrich, che dirige anche il dipartimento all’interno del Ministero della Difesa che autorizza la costruzione degli insediamenti.

All’annuncio degli 800 ettari come terre statali si aggiunge quello di altri 264 ettari approvati il 29 febbraio, tra gli insediamenti di Maale Adumim e Keidar, vicino a Gerusalemme.

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Smotrich ha anche annunciato nelle stesse ore l’approvazione di 3.500 case aggiuntive in quegli insediamenti, come rappresaglia per un attacco palestinese del mese scorso all’ingresso dell’insediamento di Maale Adumim, che ha provocato la morte di un colono.

Negli anni ’80, Israele dichiarò migliaia di ettari come terra statale, cosa che il governo di Isaac Rabin sospese nel 1992 per facilitare i negoziati di pace che portarono agli accordi di Oslo, che contemplavano la creazione di uno Stato palestinese ai confini del 1967.

Netanyahu è tornato a quella formula nel 1998 e da allora più di 4.000 ettari di terra palestinese sono diventati di proprietà statale.

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