Più di cento morti e settecento feriti. Pochi dubbi sulla dinamica, come si può vedere anche dalle foto satellitari. I palestinesi affamati che a migliaia si accalcano attorno ai camion degli aiuti umanitari per accaparrarsi un po’ di farina. L’esercito israeliano che spara, e non solo in aria, poi ammette “l’incidente”. Il fuggi fuggi nella calca, i corpi dei civili colpiti dal fuoco dell’Idf o calpestati dalla folla che restano sul terreno.
Una strage orribile, ma solo l’ultima della serie a Gaza. Dove la risposta al bestiale attacco di Hamas del 7 ottobre si è tradotta nella chiara volontà del governo Netanyahu di radere al suolo la Striscia, colpire, umiliare e possibilmente deportare il popolo palestinese ritenuto nel suo complesso sostenitore dei terroristi. Compresi i bambini e le donne che rappresentano il 70% delle trentamila vittime civili finora stimate di questa guerra. Dato confermato ieri anche dal Pentagono, che ha parlato di “più di 25mila donne e bambini” uccisi a Gaza dal 7 ottobre.
Un genocidio all’incontrario. Nel silenzio complice dell’Europa asservita agli Usa, della politica e della cultura succubi di Israele per l’Olocausto, dei media occidentali. Anche quando a denunciare i crimini di guerra a Gaza è l’Onu, o la Corte internazionale dell’Aja. Un mix micidiale che finisce per impedire qualsiasi trattativa per il cessate il fuoco, i tentativi diplomatici della comunità internazionale di portare la pace in quella terra martoriata e per minare la stessa credibilità degli Usa come “nazione guida” del mondo democratico, tanto da essere snobbati un giorno sì e l’altro pure dall’alleato più fedele in Medio Oriente che non riescono più a controllare.
Nonostante questo, anche oggi gli Stati Uniti hanno bloccato la dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che condannava Israele per la “strage della farina”. Il testo proposto dall’Algeria aveva ottenuto il sostegno di 14 dei 15 membri del Consiglio. Gli Usa hanno messo il veto con la scusa che “i fatti non sono chiari”.
Gli altri, a cominciare dal capo della diplomazia europea Josep Borrel e da Giorgia Meloni, si dicono tutti “sconvolti” dalla strage ma sono di fatto immobili e appecorati alla Casa Bianca. Con l’eccezione di Macron, che a parole esprime “la più ferma condanna per la strage di civili presi di mira dai soldati israeliani”, chiede “verità e giustizia” per l’accaduto, il “rispetto del diritto internazionale e il cessate il fuoco immediato” a protezione della popolazione civile. Forse nel tentativo di recuperare l’incredibile uscita dell’altro ieri, quando il presidente francese si era detto favorevole all’invio di truppe Nato in Ucraina nel caso in cui Kiev perda la guerra con la Russia. Che è come dare il via libera alla Terza Guerra Mondiale. Quanta approssimazione e quanta ipocrisia nei leader politici di questo mondo che sta cadendo a pezzi.
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