Quando Putin cadrà sarà per mano delle donne russe

Dietro le parole della moglie di Navalny, dietro quelle appena dette dalla madre di Alexei, ci sono tutte le donne russe che stentano a vivere, ma che, incuranti dei pericoli, portano un fiore al memoriale di Navalny.

Quando Putin cadrà sarà per mano delle donne russe
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23 Febbraio 2024 - 02.07


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“Quando Putin cadrà – perché cadrà – sarà per mano delle donne russe. Sono loro, oggi come ieri, ad incarnare quell’anima russa che l’orrore di un dittatore ha provato a soffocare fino a sopprimerla. Non ci è riuscito, resiste e riemerge.

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Dietro le parole della moglie di Navalny, dietro quelle appena dette dalla madre di Alexei, ci sono tutte le donne russe che stentano a vivere, ma che, incuranti dei pericoli, portano un fiore al memoriale di Navalny.

Oggi due immagini contrapposte dalla Russia. La prima, quella di Putin che, alla vigilia della festa nazionale del difensore della patria, si fa riprendere su un aereo da guerra, mostrandosi spavaldo e sicuro, come chi sicuro non è. L’altra immagine, coraggiosa, struggente, che ci riporta alle grandi figure dei classici greci, ed anche a quelle della grande letteratura russa, è quella dell’anziana madre di Alexei. Dopo giorni angoscianti di dolore, passati al freddo della periferia dell’impero putiniano, lì dove il regime ha voluto “finire” Alexei, la mamma del dissidente politico ha parlato. Lo ha fatto a sorpresa, dopo aver visto finalmente l’immagine del figlio senza vita, quel corpo rincorso da giorni e a lei negato dal sistema che ubbidisce solo a Putin.

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Perché le diano il corpo del figlio, pretendono la garanzia che Alexei venga seppellito senza clamore, di nascosto, che lei stessa si tenga alla larga, per andare sulla tomba che loro le indicheranno, dopo la sepoltura.

Le dittature sono crudeli, ma anche volgari. Volgare come ha saputo essere un investigatore – Voropaev il suo nome – che, rivolgendosi ad una madre che non ha più lacrime, le ha sussurrato:” Sai, il tempo non è a tuo favore, ti conviene accettare, il cadavere si decompone…”. Così sono fatte le tirannie, questi i servi delle tirannie.

La donna gli ha risposto seccamente: “Non accetto condizioni, voglio che tutto sia fatto secondo la legge. Chiedo che il corpo di mio figlio mi venga consegnato immediatamente”. Ecco, colpisce che in questi giorni, in queste ore, in questo Paese che sta facendo scempio del diritto, una madre si aggrappi al diritto, alla legge, per chiedere quello che ancor prima del diritto, dovrebbe essere assicurato dall’umanità.

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Dicevamo, in Russia domani, 23 febbraio, sarà il giorno del difensore della patria, giorno nel quale nel Paese si festeggiano gli uomini. Non a caso i preparativi per l’invasione dell’Ucraina, due anni fa, si dispiegarono proprio in questa giornata. Putin, da macho, ha sempre caricato di simbologia le scelte di regime. Come ha fatto oggi, vestendo i panni dell’aviere in battaglia, in un disperato tentativo di guardarsi in uno specchio destinato a frantumarsi.”

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