Se in Israele si tenessero oggi elezioni, dopo tre mesi e mezzo di guerra a Gaza, il partito di Unità nazionale di Benny Gantz conquisterebbe 37 seggi, più del triplo rispetto agli attuali 12, staccando di gran lunga l’attuale primo partito alla Knesset, il Likud di Benjamin Netanyahu, che ne perderebbe la metà, fermandosi a 16.
È il risultato di un sondaggio condotto dall’emittente Channel 13. Il partito Yesh Atid di Yair Lapid si fermerebbe a 14 (rispetto ai 24 attuali), mentre l’estrema destra di Sionismo Religioso di Bezalel Smotrich insieme a Otzma Yehudit, uniti nella precedente tornata elettorale, prenderebbero rispettivamente 6 e 8 seggi.
I partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism ne conquisterebbero rispettivamente 9 e 7, i partiti arabo-israeliani Ra’am e Hadash-Ta’al 5 ciascuno, Yisrael Beitenu 9 e la sinistra radicale Meretz 4, mentre i laburisti resterebbero fuori dal Parlamento, così come Balad.
Con questi numeri, l’attuale coalizione di governo (che detiene 64 seggi) scenderebbe a 46, mentre la precedente maggioranza ne raggrupperebbe 69. Nel sondaggio è stato preso anche in esame il caso di nuovi leader alla guida dei principali partiti: se fosse il ministro dell’Economia Nir Barkat a guidare il Likud, il partito passerebbe da 16 a 21 seggi, mentre se a capo di Unità nazionale ci fosse l’ex capo di Stato maggiore Gadi Eisenkot, ne prenderebbe 39 invece che 37.
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