Nel Medio Oriente infiammato da troppe guerre ormai interconnesse e prossime a diventare, forse, un solo grande conflitto regionale, ogni pezzo conta. Non è possibile rimuovere un pezzo per vedere solo un altro, o altri. Ma la piaga del cristiani iracheni è orrenda, antica, precedente i terribili accadimenti più recenti: la prova di un disegno imperiale. La cosa sorprendente è che come se ne parlò moltissimo ai tempi dell’orrore dell’Isis, ora che la tragedia si rinnova, in modo più subdolo e quindi pericolosissimo, nessuno la prende più in considerazione.
Il patriarca caldeo, Louis Sako, è stato ormai molti mesi fa espulso dalla sua sede millenaria, Baghdad, e si è dovuto rifugiare nel Kurdistan iracheno in seguito alle minacce della milizia Babilonia, che ha il pieno sostegno dell’Iran, che la arma, e della Presidenza della Repubblica, che ha improvvisamente cancellato il decreto presidenziale che, nel rispetto della tradizione irachena, riconosceva alla Chiesa caldea e al suo patriarca la gestione del beni mobili e immobili ecclesiali.
Si tratta di un’ampia proprietà, che fa gola a chi vuole occupare le case abbandonate dai cristiani fuggiti all’estero, ad esempio, o altre beni immobili, per installarvi altra popolazione, modificando così la composizione demografica del nord dell’Iraq.
E’ proprio a questo fine che si presta la milizia Babilonia, costituita dai pasdaran ai tempi della lotta contro l’Isis. Questa milizia che si dice cristiana è in realtà un braccio armato iraniano all’interno della vasta rete di milizie di cui l’Iran si avvale e con le quali ha conquistato una larga parte della rappresentanza parlamentare irachena.
La milizia Babilonia pretende di ottenere, in quanto formazione politica che rappresenterebbe i cristiani, la gestione dei beni caldei avendo ottenuto la larga maggioranza della rappresentanza caldea in Parlamento. Questo è potuto accadere perché la quota di deputati spettanti ai cristiani viene votata da tutti gli elettori, e Babilonia ha chiaramente ottenuto il consenso dell’elettorato khomeinista. Molti cristiani manifestarono contro i deputati di Babilonia e contro i loro miliziani, che hanno sequestrato o occupato proprietà private e luoghi di culto.
Ora il patriarca Sako è tornato a denunciare ulteriori vessazioni della popolazione cristiana che negli ultimi mesi è stata costretta a riprendere il suo flusso migratorio dal Paese. In una lettera aperta apparsa sul sito della Chiesa caldea, il patriarca denuncia un nuovo esodo da Qaraqosh di alcune centinaia di famiglie cristiane dopo che nessun inchiesta ha avuto luogo sul presunto incidente -teorie nella quale nessuno crede- che causò la morte di molti cristiani ad un banchetto nunziale nel settembre del 2023. Altri sono emigrati da altre località, visto che non ricevevano lo stipendio da mesi.
Il patriarca denuncia la gravità del ruolo svolto contro i cristiani dalla milizia Babilonia che si è impossessata della loro rappresentanza parlamentare, ma anche le divisioni della Chiesa: così afferma che ci sono alcuni capi delle Chiese che “ aderiscono alla tradizionale autorità”, senza saper incidere sul problemi enormi della popolazione di oggi. Non nasconde che i soldi corrompono anche voci cristiane, che finiscono col fare il gioco della milizia Babilonia. Ma ci sono anche esempi luminosi di servizio alla vera urgenza, quella di costruire un Iraq di tutti i cittadini, basato sull’uguaglianza dei diritti e dei loro diritti, cristiani o musulmani che siano. E’ questo che ha significato il viaggio di papa Francesco organizzato proprio dal patriarca Sako, divenuto stimato interlocutore di tutte le comunità di fede irachene, tranne le milizie ovviamente, a cominciare da quelle khomeiniste ma non solo.
Così è importante riferire che il patriarca sottolinea l’impegno per un Iraq democratico e plurale del vescovo Nicodemus Dado della Chiesa ortodossa siriana, del vescovo Benedict Younan Hanno della Chiesa Ciriaco cattolica, del vescovo Elia Isaac della Chiesa assira dell’est, del vescovo Gatta Hazim della Chiesa greco ortodossa, e del capo della Chiesa evangelica Farouk Hammo. Insieme ai suoi caldei rappresentano il 90% dei cristiani di Iraq.
Il messaggio di Louis Sako è di estrema importanza perché dimostra che sotto attacco è l’idea di cittadinanza, la scelta di costruire un Iraq democratico e plurale dopo anni terribili. Le milizie khomeneiste, tra le quali certamente va annoverata come è annoverata anche la milizia Babilonia essendo stata armata dai pasdaran e da loro sostenuta, sono una minaccia per il futuro del Paese, che sta sempre più sprofondando in una pericolosissima decomposizione settaria che ne fa un protettorato iraniano, affidato a gruppi armati.