Una minaccia per il poaneta. Le prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti rappresentano il rischio politico più grande per il futuro del pianeta perché, qualunque sia il loro esito, le istituzioni democratiche americane saranno maltrattate. Lo sostiene un’analisi dell’Eurasia Group.
Nel suo rapporto annuale, la società di consulenza fondata dal politologo Ian Bremmer stima che il voto del 5 novembre «metterà alla prova la democrazia americana a un livello che la nazione non vedeva da 150 anni», cioè dalla guerra civile. «L’esito del voto al momento è incerto e l’unica certezza è che il tessuto sociale, le istituzioni politiche e la reputazione internazionale dell’America continueranno ad essere danneggiati», si legge ancora nell’analisi.
Secondo il rapporto se Donald Trump, in pole position alle primarie repubblicane, perdesse nuovamente contro Joe Biden probabilmente lancerebbe campagne intimidatorie contro funzionari e operatori elettorali. Inoltre, se il tycoon fosse incarcerato gli Stati Uniti potrebbero affrontare «una crisi politica senza precedenti», anche se la violenza su larga scala sarebbe improbabile. In caso di vittoria di Trump il rischio è che egli sfrutti la sua posizione come «un’arma» per perseguire i suoi avversari e schiacciare il dissenso.
Per Eurasia Group dopo le elezioni Usa il maggior pericolo per il mondo è la crisi in Medio Oriente con la guerra tra Israele e Hamas «che probabilmente sarà solo la prima fase di un conflitto in espansione nel 2024». Il terzo rischio è rappresentato dal conflitto in Ucraina che, in caso di vittoria del tycoon, potrebbe subire un altro colpo. (
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