“Ogni guerra è una sconfitta.
Non si risolve nulla. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo”. Lo ha detto Papa Francesco in un’intervista al Tg1. Sulla situazione in Israele, in particolare, ha parlato di una “soluzione saggia: due popoli, due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale”.
Durante l’Angelus, il Pontefice aveva rivolto le proprie preghiere a tutti i Paesi in guerra: “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele, non dimentichiamo tante altre regioni dove la guerra è ancora troppo forte”.
“La guerra è una sconfitta”
Papa Francesco ha parlato a lungo della situazione in Medioriente. “Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi, ucciso qualcuno e poi c’è stata la reazione di Israele di andare a prendere questi ostaggi: uno schiaffo provoca l’altro e così si va avanti. La guerra è una sconfitta”.
“Possibile escalation, sarebbe la fine di tante cose”
Sul timore di un’escalation mondiale, il Pontefice ha spiegato che “sarebbe la fine di tante cose e di tante vite. Io penso che la saggezza umana fermi queste cose. Sì, c’è la possibilità. Questa guerra ci tocca, Israele, la Palestina, la Terra Santa, Gerusalemme, ma anche l’Ucraina ci tocca perché è vicina. Ma ci sono tante altre guerre che a noi non toccano: Kivu, lo Yemen, il Myanmar con i Rohingya che sono dei martiri. Il mondo è in guerra, ma c’è l’industria delle armi dietro”.
“L’antisemitismo c’è, la Shoah non è bastata”
“Purtroppo l’antisemitismo rimane nascosto – ha aggiunto Bergoglio sul rischio di un rigurgito di odio verso gli ebrei -. Lo si vede nei giovani per esempio, che fanno qualche cosa. Non è stato sufficiente vedere l’Olocausto, purtroppo non è bastato. Non ho spiegazioni, non so spiegarmi il perché, è un dato di fatto, io lo vedo e non mi piace”.
Papa Francesco ha poi confermato che a inizio dicembre andrà a Dubai per la Cop28 sul clima.
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